" Pensare di utilizzare le caserme a servizio dei profughi, oltre ad essere idea di difficile attuazione, sembra fatto apposta per lasciare nuovamente alla città, e solo ad essa, l'onere di ospitarli. Al riguardo siamo tanto chiari, quanto inflessibili: basta profughi a Piacenza", lo sostengono Erika Opizzi e Tommaso Foti, consiglieri comunali di Fratelli d'Italia, che aggiungono: "se è vero che è autentica follia il pensare di portare l'Africa intera in Italia, altrettanto vero è che, ancora di più, lo è il pensare che di ogni emergenza sociale territoriale si debba fare carico il comune capoluogo."
"Il governo Renzi è incapace di gestire l'emergenza profughi o sedicenti tali – continua la nota – e il fatto è sotto gli occhi di tutti: basterebbe, infatti, pretendere dall'Europa che coloro che arrivano con le carrette del mare venissero assegnati pro quota ai vari Stati membri per allentare la tensione oggi avvertita sul territorio nazionale."
"Invece si preferisce non disturbare i partner europei, lasciando ai prefetti il compito di affrontare le emergenze che ciclicamente si ripetono. Un atteggiamento pilatesco ed irresponsabile – proseguono Opizzi e Foti – che colpisce, ad esempio, la Lombardia e l'Emilia-Romagna, costrette ad ospitare un numero di profughi largamente superiore a quello delle altre regioni del nord."
"Proprio per questo motivo – a giudizio degli esponenti di Fratelli d'Italia – occorre far sentire al Governo, anche per il tramite della prefettura, la corale contrarietà del territorio piacentino ad ospitare altri profughi. Un'unità di territorio, dunque, che dovrebbe vedere allineati tutti i sindaci, senza che alcuno di loro ricerchi invece fantasiose scorciatoie per esonerare se stesso dagli oneri che all'emergenza profughi conseguono."
"Non ci sono spazi idonei sul territorio provinciale per ospitare altri profughi: se ne convincano e ne prendano atto – concludono Opizzi e Foti – sia l'organo periferico dell'amministrazione statale (Prefettura) sia il Ministero dell'Interno. L'ipotizzare il ricorso, per contro, alle requisizioni di spazi ritenuti idonei, quantunque procedura prevista dalla legge, altro non farebbe che ulteriormente alimentare proteste ed insofferenze, con inevitabili riflessi anche d'ordine pubblico."