Circuito Piacenza, il rombo della storia lascia il segno: 2 giorni di successo

Un salto indietro nel tempo: a Piacenza rivive il Circuito automobilistico del 1947.  Sono quarantaquattro le vetture sport che ieri e oggi si sono allineate sul Fàcsal, il pubblico passeggio, per rievocare la gara d’esordio della Ferrari.

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Sabato è proprio la 125S, opera prima della Casa del Cavallino, a scattare davanti a tutti dalla linea di partenza. Alla guida Antono Ghini, responsabile dei Musei Ferrari di Modena e Maranello, per l’occasione abbigliato come Franco Cortese, il pilota che la guidò al debutto agonistico. Stavolta la vettura romba intonatissima e conclude i sei giri del tracciato senza il minimo inconveniente. Quando giunge sul traguardo gli organizzatori del CPAE, Club Piacentino Automotoveicoli d’Epoca, possono sventolare la stessa bandiera a scacchi in seta utilizzata quasi settant’anni fa dal direttore di corsa Renzo Castagneto.

La preparazione attenta e rigorosa garantisce a tutti di essere protagonisti di vivere la corsa, respirare le atmosfere, i colori, i suoni, il rombo di motori. Oggi come ieri la prova è riservata alle vetture sport, le “barchetta” biposto che hanno scritto pagine memorabili della storia dello sport automobilistico, dalla Mille Miglia a Le Mans, sulle piste e nelle cronoscalate. Sono divise in due classi, proprio come un tempo. Prima sfilano le cilindrate fino a 1100 centimetri cubici, con motorizzazioni derivate dalla serie ma con telai speciali e carrozzerie raccolte ed aerodinamiche. Quindi le cilindrate maggiori, dove accanto alla 125S sfrecciano le Ferrari più vittoriose, le Maserati rivali di sempre, le Alfa Romeo e le Porsche, le Lotus e tutti i più bei nomi del motorismo.

Le regine della velocità di preparano sul Fàcsal. Sventola la bandiera a scacchi. Pronti … si parte! Auto e piloti sfilano sullo stesso tracciato, solo un po’ abbreviato, del 1947. Ovviamente non si stilano classifiche cronometriche: quella che stata la ribalta dei campioni è un’avventura da vivere con modalità opposte: non più una gara frenetica ma un concorso dinamico, un evento fatto di suoni, colori e rombi da assaporare, vivere e custodire come esperienza culturale e sensibile.

Paolo Dosi sindaco di Piacenza: “La collaborazione tra Amministrazione e CPAE è sempre molto positiva. Mentre assistiamo ad un Circuito memorabile voglio ricordare anche tutti i progetti legati alla formazione, dal convegno Cultura e Motori all’estemporanea di pittura, che esaltano il valore culturale della rievocazione della gara. Oggi come ieri Piacenza è terra di motori”.

Antonio Ghini, direttore Musei Storici Ferrari: “Cerchiamo di tener vivi alcuni valori che non possono essere dimenticati: A Modena raccontiamo l’avventura di Enzo Ferrari entrando in una sorta di macchina del tempo. A Maranello stiamo per far debuttare la mostra “Ferrari genio e segreti”, otto percorsi che sveleranno alcuni segreti rimasti nel segreto dell’auto.

Il Circuito di Piacenza rilegge una pagina importantissima nella storia della Casa e restituisce  intatto lo spirito di un mondo dal fascino inarrivabile e la passione di chi lo animava”.

Pietro Piacquadio vice presidente ASI  Automotoclub Storico Italiano: “Il Circuito di Piacenza” è nel novero di quelle manifestazioni che, per il valore storico e culturale, sono il fiore all’occhiello dell’ASI.

Al Circuito di Piacenza le auto da competizione sono collocate in un giusto contesto: significa recuperare una dimensione sportiva e spettacolare oltre che tecnica. Il CPAE non solo ha voluto riproporre una pagina determinante per la storia del motorismo ma  è riuscito a dare consistenza a questo progetto con una organizzazione impeccabile e tante vetture importantissime: un lavoro encomiabile!”