Prostituzione in casa, dilaga a Piacenza il sesso a pagamento grazie al web

 Al bando l’ipocrisia: debellare la prostituzione, o addirittura solo porle un freno, è come pensare di fermare l’acqua del mare con le mani. E se è sotto gli occhi di tutti come il numero delle lucciole in strada stia dilagando in maniera incontrastata, la portata del fenomeno assume contorni ancor più incredibili quando si indaga sul mondo del sesso a pagamento in casa.  A Piacenza, come con ogni probabilità nel resto delle città italiane, la possibilità di pattuire un incontro “hot” per pochi euro è facilissimo, questione di pochi minuti: in men che non si dica si scopre un sottobosco neanche tanto nascosto, ma lussureggiante. 

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Anche la nostra città, infatti, rientra nel circuito di quei siti – gratuiti per l’utente, ma a pagamento per le “lucciole” – in cui abbondano gli annunci, con tanto di foto, contatti telefonici e localizzazione più o meno precisa della zona in cui si trova la casa per appuntamenti. 

Abbiamo fatto un esperimento, provando a chiamare alcuni di questi cellulari, come potete ascoltare nell’audio in allegato. E la facilità con cui è possibile fissare un appuntamento per una prestazione sessuale è disarmante. Così come è interessante poter constatare che queste “operatrici del sesso” non lavorano certo in periferia ma, sempre più, proliferano e “prosperano” nel centro storico, persino vicino a sedi istituzionali, come questura, prefettura, caserme dei carabinieri o addirittura il Comune. Insomma, parafrasando una nota canzone di Frankie Hi-nrg,  “sono intorno a noi…” anche se in troppi chiudono gli occhi. 

“Ciao, ho trovato il tuo numero su internet” l’approccio ingenuo che utilizziamo per rompere il ghiaccio. Ma nessuna sembra stupirsi: “Quando vieni?” risponde la prima con sicurezza, che “abita” vicino alla questura. Oppure: “Mi trovi in ….” via, numero civico e persino il piano del palazzo, chiarisce un’altra nella zona della prefettura, senza indugio. E quasi sempre l’appartamento è vicino se non direttamente in centro, anche in cittadine della provincia. 

Non solo, perché continuando a fingere un certo imbarazzo è possibile chiedere, senza particolari problemi, anche le tariffe: “Parto da 50 per un rapporto normale e poi a salire in base alle richieste” dice la prima, aggiungendo che “se poi chiedi rapporti particolari, più lunghi e senza fretta o con posizioni diverse partiamo dai 70-80 euro”. Le tariffe, comunque, sembrano piuttosto standardizzate ma si nota immediatamente che i transessuali, solitamente, partono da cifre maggiori: “Minimo 70 e poi a salire” spiega una di loro, sempre al telefono, che si propone di accoglierci in pieno centro. 
“Quando vieni?” è la domanda successiva. Sì, perché la tempistica in questa particolare contrattazione appare quanto mai importante. Le chiamate che ricevono queste ragazze, infatti, sono numerosissime durante una giornata (che può spaziare dalla mattina e fino alla tarda notte) e quindi, per evitare sovrapposizioni di clienti, è necessario essere quanto mai precisi: “Dieci minuti?” rispondiamo. Non basta, perché molte si premurano di chiedere la nostra provenienza. Questo per evitare “buche” che le farebbero perdere tempo e altri clienti o semplicemente coloro che si divertono a chiamarle senza poi effettivamente “consumare”. 

Il mercato del sesso in casa non si basa più sul passaparola ma si alimenta attraverso le praterie incontrollate del web. E appare infinito. Persino in una piccola realtà come Piacenza. Un solo sito internet di annunci, visibile a tutti e non a pagamento, ne mette a disposizione almeno 500 riferibili a città e provincia, che si possono suddividere per parola chiave, “cosa stai cercando?” e località. Poi è solo questione di scelta. 

“Se è la prima volta, con un regalino partiamo da 50 euro” cerca di convincerci un’altra, che opera nei pressi dell’ospedale. I prezzi, comunque, sono sempre i soliti. Certamente per non farsi troppa concorrenza in un ambiente che non sembra certo risentire della crisi. Ma c’è anche chi può proporre ben più di una “fuitina”, come nel caso di una procace italiana che non ha dimostrato problemi a spiegarci molti degli aspetti della sua professione: “Se vieni in casa partiamo da 60 euro, ma se mi porti in un Motel dipende dalla zona: in quelli a nord 65 euro solo per la camera, nella zona sud 70”.  Lei è chiaramente italiana, matura e appare piuttosto disinvolta nella trattativa, tanto che accetta di parlare persino delle tariffe che è costretta a pagare per gli annunci: “Sembrano gratis ma invece costano circa 2mila euro al mese. Una bella cifra no?”. Non ha tutti i torti. “Ma è per questo – ci tiene a chiarire – che io ho un altro lavoro e, facendo i turni, questo lo uso come part-time. E non accetto chi chiama in anonimo, chi vuole tirare sul prezzo e quelli di cui mi accorgono che, dopo tante parole, non sono pronti a spendere il giusto. Molte, per rientrare nelle spese – ha aggiunto -, accettano tutto, anche di scendere a 20-30 euro. Però così non vivi più e non riesci a gestirti al meglio. Bisogna essere imprenditrici di sé stesse – ammette – se no duri poco”.