Archiviata non senza tribolazioni interne al Pd la pratica dell’Asp, la giunta si trova ora ad affrontare un’altra delicata questione che rischia di provocare scossoni agli equilibri della coalizione: il bilancio preventivo 2015. Se ne parla da settimane e, per l’ennesima volta, si devono fare i conti con quella ormai abituale ristrettezza delle risorse che pone l’amministrazione di fronte al dilemma: aumentare la tassazione locale e mantenere invariato lo standard dei servizi erogati; oppure mantenere invariata la pressione fiscale, ma retrocedere sui servizi. E’ su queste riflessioni che nei giorni scorsi si è consumato anche un duro scontro in giunta. Il Pd vuole cercare una terza via che non contempli né il dover aumentare l’Irpef ai suoi cittadini né dover rinunciare a quella che da sempre viene considerata l’“eccellenza” dell’amministrazione di centrosinistra, e cioè i servizi sociali. Una posizione che però cozza quella dell’assessore titolare del Bilancio, Luigi Gazzola (quota Idv), che dal canto suo vede come unica soluzione quella di aumentare l’Irpef e che, di fronte alle pressioni del Pd, sarebbe andato su tutte le furie arrivando a ipotizzare anche le proprie dimissioni.
Abbiamo ragionato di questi argomenti con il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Daniel Negri.
Il superamento del bilancio di previsione 2015 per il Comune sembra rappresentare un nuovo passaggio delle Colonne d’Ercole. Sui 9 milioni di euro che l’amministrazione deve trovare ne mancherebbero 2 che però rischiano di mandare in cortocircuito giunta e maggioranza. Due le soluzioni avanzate dall’assessore al Bilancio Luigi Gazzola: aumentare l’Irpef o tagliare i servizi. Dalla padella alla brace?
“Non penso che il modo migliore per affrontare il bilancio preventivo del Comune di Piacenza sia basarsi su "voci di corridoio" o indiscrezioni giornalistiche. Prima di fare qualsiasi ipotesi è necessario un nuovo confronto con la maggioranza consigliare e soprattutto con davanti i "numeri". Abbiamo sempre detto e lo diremo fino alla fine che l'obiettivo è la realizzazione del programma amministrativo. E' questo l'impegno preso con la città”.
Il Pd si è detto contrario a queste due soluzioni, per non far passare il messaggio di mettere le mani nelle tasche dei cittadini (Irpef) o di intaccare un fiore all’occhielo dell’amministrazione (servizi). E allora come trovare i 2 milioni di euro?
“Non ritengo corretto trattare il tutto con un semplice rapporto "tenuta dei conti = taglio dei servizi", "mantenimento dei servizi = più tasse", mi sembra un modo manicheo che esalta la "ragionieristica" e toglie spazio alla politica. Abbiamo sempre detto che bisogna proseguire con l'efficienza. Siamo poi sicuri che non ci siano ulteriori spazi nella ristrutturazione della spesa per mantenere, o addirittura implementare servizi senza aumentare costi?”
Le proposte messe in atto o in via di definizione, come il taglio delle merende agli asili nido o la tassa di soggiorno, hanno dimostrato di essere più rumorose che efficaci per ripianare un simile buco. Così come il passaggio al pubblico del servizio al Vittorio Emanuele darà risultati, forse, in futuro. Non restano che nuove tasse?
“Come ho già detto, mi sembra ancora tutto prematuro. L'amministrazione dovrà comunque dare segnali chiari su vari frangenti. Il Comune infatti incassa con le tariffe dei servizi (nidi, mense) molto meno di quello che emette. Vanno studiate nuove modalità di incasso, altrimenti il sistema si dimostra iniquo nei confronti di chi paga regolarmente e il sistema non regge”.