Il tema dei danni da fauna selvatica non è più rinviabile, serve una soluzione definitiva. A dirlo è Adriano Fortinelli, responsabile settore Caccia per Coldiretti Piacenza, nel commentare la predazione ad opera di una volpe avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì presso l’azienda agricola Solari Gianfranco in località Pelazzi di Vernasca.
Un “colpo”, fanno sapere da Coldiretti Piacenza, costato la vita a 50 galline e 3 tacchini per un totale danno stimato per oltre 2.500 euro.
“Oltre al danno economico, dichiara l’imprenditore Solari, vi è la beffa di vedere il proprio lavoro gettato al vento in una notte; questa non è più una situazione sostenibile ci alziamo al mattino e non sappiamo cosa troveremo. A pagare le conseguenze della gestione del problema siamo sempre noi imprenditori, noi che nonostante tutto presidiamo il territorio con la nostra attività per il bene della collettività.”
La criticità in cui il settore primario si trova per i sempre più frequenti danni arrecati dalla fauna selvatica rappresenta ormai un fatto estremamente rilevante sia per l’ambiente che per le attività produttive. L'attuale sistema normativo non sembra più capace di mantenere e adeguare le popolazioni di tutte le specie selvatiche in modo da garantire un equilibrio tra la loro presenza, l’esercizio dell’attività agricola e le politiche ambientali.
Coldiretti invita dunque tutti gli agricoltori danneggiati a presentare le istanze di risarcimento e lasciare così una traccia per definire realisticamente la dimensione della problematica.
“Il problema della volpe, prosegue Fortinelli, sta diventando sempre più pressante per le aziende agricole e insiste su tutta la provincia: abbiamo infatti segnalazioni di predazioni anche a Castell’Arquato e a San Protaso.”
“Per salvaguardare l’agricoltura e le sue produzioni da anni prede facili di specie numericamente fuori controllo, aggiunge l’esperto, si rendono necessarie misure efficaci e mirate. Questo problema non pesa solo sulle spalle degli imprenditori che come il signor Solari, da poco subentrato al padre nell’azienda famigliare, decidono di investire e rimanere sul territorio, ma anche sull’ecosistema, messo a rischio dal mancato controllo faunistico.”
Restano infine aperte tematiche che necessitano urgenti prese di coscienza: dal contenimento dei cinghiali alle nutrie, sino ai caprioli e ai corvidi.