L’oro rosso piacentino a Expo sarà raccontato anche con le parole scritte e le fotografie. “Il pomodoro piacentino, la nostra storia, la nostra tradizione, il nostro futuro” è il titolo del libro che sarà presentato da Pomorete a Expo2015 durante la settimana, dal 4 al 10 maggio, in Piazzetta Piacenza. Un’opera importante per conoscere la nostra storia e quella dell’agroindustria piacentina. Un’importanza sottolineata anche dalla concessione del patrocinio da parte di Padiglione Italia.
Il libro, realizzato dallo studio di comunicazione Santafranca60 in collaborazione con la Tipolito Farnese è una riedizione del volume storico di Gustavo Zanetti, voluto dalla Banca di Piacenza nel 1990, intitolato "Le Fabbriche di conserva del pomodoro in provincia di Piacenza dalle origini ai giorni nostri". La stessa Banca, portabandiera della storia locale, ha concesso l’uso del testo.
Il libro ripercorre la storia del pomodoro a Piacenza, dalla sua produzione alla sua trasformazione. Un testo che, grazie agli aggiornamenti e alle immagini Foto Croce degli Archivi storici e Museo della fotografia di Piacenza e a quelle di Oreste Calatroni, mostra i cambiamenti avvenuti nell’agroalimentare piacentino e in particolare nel settore che è sempre stato uno degli assi portanti dell’agricoltura locale e dell’economia della provincia.
A cominciare dalla bella copertina realizzata da Angelo Ghezzi, il libro – con testi in italiano e in inglese, traduzione di Karen McAuley – in sei capitoli racconta il pomodoro dalla scoperta in America, dall’arrivo nei campi piacentini, dalla nascita della Conserva (“la regina in cucina”). Vengono, poi, elencate tutte le fabbriche piacentine in ordine di fondazione. Un capitolo a parte è dedicato alle aziende di trasformazione dal 1950 a oggi (l’editing della parte storica è stato curato da Michela Vignola).
L’importanza dell’alimentazione e del cibo è il cuore di Expo2015 e anche nel libro non poteva mancare l’accostamento del pomodoro alla salute, considerati i tanti effetti benefici che ha sull’organismo. E a parlare del rapporto pomodoro-salute sono stati chiamati Filippo Rossi dell'Università Cattolica di Piacenza e
la Dott.ssa Mara Negrati, medico nutrizionista, dell'ASL.
Il viaggio “dal campo alla tavola” si conclude con le ricette suggerite dagli chef di alcuni dei più famosi ristoranti piacentini: La Colonna, La Locanda del falco, La Palta, l’Osteria del teatro e il Ristorante Riva.
Tenendo in mano il libro, si inizia a camminare per i campi dove una volta il pomodoro si raccoglieva a mano e si ha a volte la sensazione di sentirne il profumo. Così come tornano alla mente anche gli odori e i rumori delle fabbriche, dove tante generazioni di piacentini hanno lavorato e dove tanti studenti sono stati impiegati per due o tre mesi nelle “campagne estive”. Oggi, il pomodoro piacentino parla tutte le lingue del mondo e finisce sulle tavole di tantissimi Paese, di qua e al di là dell’oceano. Le strade del mondo ormai sono una consuetudine per il nostro prodotto principe, grazie anche alla svolta data da Pomorete con la creazione della prima filiera italiana del pomodoro.