Pomorete, la prima filiera italiana del pomodoro, sale a 15 aziende (tutte aderenti a Confapindustria) grazie all’ingresso di Mts-Sandei, leader mondiale nella costruzione di macchine per la raccolta del pomodoro. Un balzo in avanti tecnologico che caratterizza ancora di più l’innovazione della Rete, nell’imminenza della partecipazione a Expo2015 (sarà nel Padiglione Italia dal 4 al 10 maggio).
Mts, che ha sede a Pontenure (Piacenza) ha una ventina di dipendenti e fattura oltre 12 milioni di euro. E’ attiva sui mercati russo, europeo, sudamericano e africano, ma di recente sono state vendute in Cina 60 macchine. «Nel passato – afferma Alfredo Serena, amministratore delegato – producevamo 80 macchine, nel 2008 siamo arrivati a 120. E si tratta di macchine 100% Made in Italy». In quell’anno, infatti, è stato acquisito, insieme con Casella Macchine Agricole, il marchio Sandei. Oggi Mts si compone di Casella e Saba (assistenza e post vendita) che hanno a loro volta acquisito il marchio Sandei.
La ricerca, l’innovazione e il contatto personale con i clienti sono alla base dell’espansione di Mts. «Qui al Nord nonostante il clima – afferma Serena – ritengo che si produca il pomodoro migliore. Una qualità che noi vogliamo mantenere intatta aggiornando di continuo le nostre macchine. Oggi l’elettronica incide al 70%. Il pomodoro viene separato, grazie a selezionatori che dividono i pomodori verdi da quelli rossi, si eliminano corpi estranei, per avviare solo il prodotto migliore alla trasformazione». Serena è soddisfatto in particolare perché uno dei più forti competitori nel pomodoro, la Cina, li ha scelti ritenendoli i migliori. «Nel mondo – spiega Serena – produciamo noi e gli Usa. I cinesi hanno preso diverse macchine, le hanno studiate e ci hanno premiato. I cinesi, però, hanno anche cercato di riprodurre i nostri mezzi dopo averli smontati».
Un altro punto di forza dell’azienda è il rapporto con i clienti. Da Piacenza viene esportato know how, gli operatori sono formati sul posto e spesso Mts porta con sé anche un agronomo che analizza i terreni e dà indicazioni sulla coltivazione del pomodoro da industria.
«Con l’ingresso di Mts – dichiara il presidente di Pomorete, Dario Squeri – la filiera procede a vele spiegate puntando su innovazione e tecnologia. L’obiettivo finale, però, rimane sempre la conquista di nuovi spazi sui mercati mondiali offrendo prodotti di qualità, sani e sicuri nel rispetto della sostenibilità».
Pomorete in cifre
- Pomorete è la prima filiera italiana del pomodoro, costituita da 15 aziende emiliane, lombarde, marchigiane e campane, tutte aderenti a Confapindustria. Il fatturato è di 600 milioni di euro e i dipendenti, tra diretti e indiretti, sono circa 3.000.
- Pomorete copre tutti i processi, dal “campo alla tavola”: analisi del terreno, vivaistica, irrigazione, agromeccanica, commercializzazione, trasformazione, trasporto e logistica.
- Pomorete divulga il Protocollo sul cibo della Regione Lombardia, documento che viene fatto firmare ai Paesi partecipanti a Expo2015.
- Pomorete è coinvolta in un progetto di ricerca delle due università Piacentine, la Cattolica e il Politecnico: si studia come riutilizzare le 4.500 tonnellate di bucce di pomodoro prodotte ogni anno a Piacenza e utilizzarle per estrarre il Licopene (ricco di colorante rosso), un potente antiossidante utilizzato anche nella cosmesi, che rafforza la salute umana ed è anticancerogeno.
- L’analisi della Rete è l’oggetto di una nuova ricerca avviata dal Dipartimenti di Economia Aziendale dell’università di Verona con la Direzione Commerciale del Gruppo Banco Popolare. E sempre sulla struttura della Rete è attiva anche una ricerca dell’università Bocconi.
- Le aziende della filiera sono: ACP International Food, Agrofata, Asi Scambi Industriali, Isea Group, Steriltom, Emiliana Conserve, Carlo Manzella, De Santis, ‘O sole ‘e Napule, OMCE, Number 1 Logistic Group spa, MCM Ecosistemi, Seedling Tomato di Pavesi Cesare, Solfarm Europe srl, Mts-Sandei.