Spaccio di cocaina sotto i cavalli del Mochi, in 15 a processo. Le richieste sono state formulate dal piemme Antonio Colonna e riguardano la maxi-operazione dei carabinieri Tunus che, nel settembre scorso, portò all’arresto di quindici persone e alla denuncia di altre undici. Il processo è stato chiesto per dodici tunisini, due marocchini e un ecuadoriano.
Un flusso interrotto dai carabinieri della Compagnia di Bobbio che dopo sette mesi di indagini capillari e molto sofisticate riuscirono ad arrestare 15 persone, per lo più nordafricani (tunisini in particolare), di età compresa tra i 20 e i 30 anni, accusati di aver gestito questa fiorente rete di spaccio di cocaina, ma anche di hascisc. Tra questi c'erano ancora due latitanti, tra cui un 20enne tunisino ritenuto dagli inquirenti il vero capo dell’organizzazione. Circa 60 le persone segnalate alla prefettura come assuntori di stupefacenti, per lo più piacentini provenienti da ogni zona della provincia e anche dal Basso lodigiano: in mezzo c’era anche un professionista piacentino che ha perse il proprio lavoro a causa di questa dipendenza.
Lo spaccio avveniva in centro città, addirittura vicino ai Cavalli del Mochi, ma anche in piazza Cittadella o nella prima periferia di Piacenza. Le ordinazioni che arrivavano sui cellulari dei gestori erano talmente tante che il boss era costretto a smistare le ordinazioni ai colleghi. In un caso anche a un minore che faceva le consegne gettando la dose direttamente dalla finestra del suo appartamento nella zona di viale Dante. I carabinieri hanno appurato che i canali di rifornimento erano per la cocaina Piacenza e Brescia, per l’hascisc la zona di Pavia.
Centinaia e centinaia gli episodi di acquisto che compaiono nelle 328 pagine dell’ordinanza, dalla quale si desume un’attività particolarmente frenetica. Si pensa che venivano smerciati almeno 50 grammi di droga al giorno. Le indagini tuttavia sono ben lontane dall’essere terminate. Il sospetto è che il giro sia molto più vasto.