Follia omicida esplosa di colpo, dopo anni di aggressioni tra le mura di casa. Una casa da mille e una notte, con tanto di carrabile privata (strada Lombardina, alle porte di Quarto) che porta a una cancellata sontuosa sulla quale la polizia ha appena posto i sigilli: luogo del delitto.
Un delitto ancora da ricostruire nel dettaglio che appare già tragicamente chiaro, senza misteri. Per ora è solo un’ipotesi che ancora deve trovare riscontri investigativi, ma a quanto pare Angela Lanza, classe 1953, moglie di Giovanni Mutti (famiglia piacentina di imprenditori di successo, proprietari della nota azienda di autotrasporti), avrebbe perso il lume della ragione ieri notte (tra il 26 e il 27 marzo 2015) intorno all’una durante l’ultima, violenta lite con il coniuge; il quale, stando a quanto trapela dai primissimi interrogatori, non di rado si dimostrava particolarmente aggressivo con la moglie, spesso arrivando anche alle mani. Niente di certo, ma è una chiave di lettura per ciò che questa donna, abitualmente tranquilla, mai un problema con nessuno, avrebbe fatto ieri poco prima dell’una di notte; e cioè impugnare un coltello e colpire a morte il marito. Almeno due colpi in pieno petto.
Angela Lanza: “Ho ucciso mio marito“
Ed è poi stata lì, immobile di fronte al suo uomo agonizzante che tentava di uscire dalla stanza da letto strisciando sul pavimento dove è poi stato trovato dai soccorritori del 118 che nulla hanno potuto fare se non constatarne il decesso. E a chiamarli era stata proprio lei, la moglie. “Oddio, che cosa ho fatto” avrebbe detto con gli occhi sgranati alle prime luci dell’alba mentre gli uomini della squadra mobile diretta da Salvatore Blasco la portavano in questura.
IPOTESI: Legittima difesa
COPPIA TRANQUILLA? – Liti continue, dunque. Tant’è che i due coniugi sembra che dormissero separati e sembra pure che la donna tenesse vicino al letto un piccolo coltello: di certo il segno di una situazione tutt’altro che rilassata. Eppure c’è chi giura di non aver mai sentito un litigio, mai una parola di troppo. E’ Noemi, giovane governante di origine filippina che questa mattina abbiamo incontrato fuori dal cancello della villa di strada Lombardina, mentre i poliziotti delle volanti mettevano i sigilli della Procura. “Non li ho mai sentiti litigare una sola volta” spiega, ancora scossa. E sì che per due giorni alla settimana viveva praticamente con loro. Non da tanto, a dire il vero, ma abbastanza per rendersi conto di che tipo di persone fossero. E secondo Noemi erano persone normalissime, calme, pacate.
AUDIO Ascolta la testimonianza della governante
Una pacatezza solo di facciata, dettata dal pudore e dal rispetto per un’estranea che lavorava a casa loro? Ora il caso è in mano al sostituto procuratore della Repubblica Antonio Colonna, che questa notte era sul luogo del delitto con gli investigatori della Mobile e della Scientifica. Il prossimo passo sarà capire se nei confronti della donna verranno prese delle misure restrittive.