Per il penultimo appuntamento con la Stagione di Danza 2014-2015 della Fondazione Teatri di Piacenza, realizzata in collaborazione con Aterdanza, domenica prossima 22 marzo alle ore 16, tornano a grande richiesta sul palcoscenico del Teatro Municipale Les Ballets Trockadero de Monte Carlo con un nuovo e divertentissimo spettacolo.
Domenica sarà quindi l'occasione per rivedere, dopo lo strepitoso successo riscosso l'anno scorso in occasione dell'inaugurazione della Stagione di Danza 2013-2014, una delle compagnie più apprezzate degli ultimi anni dal nostro pubblico. I Trocks, come vengono affettuosamente chiamati, con il loro modo di mettere in scena in modo scherzoso il balletto classico tradizionale presentandolo in parodia ed en travesti hanno fin da subito colpito l'attenzione di chiunque abbia avuto modo di assistere ad uno dei loro spettacoli. Non è, infatti, usuale vedere una compagnia di danza formata da ballerini (uomini) professionisti che si esibiscono nel vasto repertorio di balletto e di danza moderna, nel pieno rispetto delle regole canoniche del balletto classico tradizionale.
A caratterizzare questa compagnia newyorkese è, infatti, una rigida disciplina ed un elevato rigore professionale che denotano non solo l’ineccepibile perizia tecnica dei suoi interpreti, ma anche l’alto standard esecutivo della loro agenda spettacolare. Perché al centro delle loro parodie en travesti non c’è la donna, ma la ballerina. Nella sua immagine costruita di perfezione irraggiungibile, agghindata solo di ornamenti e nel portamento elevato, ossia in punta. Coi Trocks questa immagine viene contaminata, anche, dai riti del quotidiano, dalle insicurezze di genere, dalle miserie della vita e, in fondo, dall’opacità dei lustrini. Ed ecco che una tecnica accademica ferrea si alterna, in scena, con corpi che improvvisamente cadono, ritardano le entrate o dimenticano le uscite; con gambe instabili e prese maldestre, con improbabili personaggi cattivi, prìncipi assai docili e principesse perennemente frustrate; con gruppi appositamente disordinati o con port de bras incerti e scomposti per creare un caos mai molesto ma invece salutare all’interno dell’ordine claustrofobico della classicità, quando esibita e pretesa come una norma assoluta.
Una contaminazione con il basso comico e grottesco della parodia che smaschera l’artificio simulando la malizia a partire fin già dal nome della compagnia, il cui ostentato francese è bugiardo. Allude, non senza civetteria, ai nomi delle tante compagnie di balletto nate dallo scioglimento dei Ballets Russes di Djagilev, sparse poi per il mondo intero a diffondere il nuovo verbo modernista della famosa compagnia di balletto russa fondata e acclamata, però, a Parigi. E lo stesso vale per i nomi di battaglia delle ballerine, surrogati in un improbabile russo di aria imperiale. I Trocks nascono, in verità, a New York City, nei primi anni 70, in pieno clima di liberazione sessuale e di rivendicazione identitaria di tutte le minoranze. Un clima che ha rivoluzionato soprattutto il linguaggio, a partire dal termine camp rilanciato da Susan Sontag fin dal 1964, per definire la crisi delle gerarchie culturali a favore di un gusto o stile citazionale capace di celebrare l’eccessivo, l’artificioso e il travestimento in tutti i settori della vita come dell’arte.
Domenica i Trocks proporranno un estratto da Il Lago dei cigni, nello specifico l'Atto II, su (ma meglio sarebbe scrivere, ispirato alla) coreografia di Lev Ivanov e la musica immortale di Čajkovskij, anche se in realtà si può considerare un atto unico: qui infatti tutto succede e tutto si conclude. Può capitare però che il cattivo Rotbar, a forza di abbaiare alla luna abbia il fiatone, mentre il verso del cigno sembra quello di una beccaccia; il principe, nel giorno del suo genetliaco, che va a caccia notturna con un dispettoso aiutante, è in realtà un adolescente in calore, mentre la bella prigioniera Odette è in cerca più di un buon matrimonio che di una favola di liberazione. Il tutto raccontato anche attraverso un uso iperespressivo della gestica mimica prevista nei balletti del repertorio romantico: può capitare anche che i cignetti siano aitanti e aggressivi, mentre il principe si riveli, alla fine, un vanesio perdente.
Il programma si integrerà poi con il noto pas des six tratto dal balletto Esmeralda (1844) ispirato al romanzo di Victor Hugo, Notre Dame de Paris. Mentre la seconda parte del programma comprenderà una divertente riscrittura del balletto Don Chisciotte dalle versioni coreografiche di Marius Petipa (1869) e Alexander Gorsky (1900), sulle musiche del debutto di Léon Minkus. Di nuovo qui è lo sfondo a essere portato in primo piano, mentre si può addirittura fare a meno, come speso succede nel balletto, dei protagonisti principali a cui la fonte letteraria di Cervantes si è ispirata.
Ma, come sempre, occorre ricordare che nel corso della serata, nella già annunciata scaletta del programma, tra inattesi soli e improvvisi passi a due, molte sorprese certamente non mancheranno se le ballerine saranno di buon umore e il pubblico, come sempre, complice.
Per info e biglietti è possibile rivolgersi alla biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza, in via Verdi 41, al numero di telefono 0523.492251 o al fax 0523.320365 o all'indirizzo mail biglietteria@teatripiacenza.it.