E’ un accorato invito alla massima precauzione, quello che arriva dai presidenti di sezione di Coldiretti di Castell’Arquato, Vernasca e Lugagnano relativamente alla vicenda Carbonext presso la Buzzi Unicem: “Si rischia di compromettere il sistema agricolo in Val d’Arda e che non deve essere ulteriormente inquinato da inutili bagarre” si legge in una nota. Lo storico cementificio ha infatti presentato un progetto nel quale viene specificato che si intende sostituire una parte del combustibile fossile tradizionalmente utilizzato con il cosiddetto Carbonext, un combustibile solido secondario derivato da rifiuti solidi urbani, facendo alzare parecchie preoccupazioni tra i residenti e le numerose aziende agricole, oltre 1400, insediate in questa zona.
La Val d’Arda infatti dove sorge il cementificio, fanno sapere i dirigenti, è una vera propria perla del piacentino cornice ideale per le produzioni di eccellenza sia da agricoltura tradizionale che biologica. Numerosi sono inoltre gli agriturismi che proprio sul paesaggio e sul contatto con la natura incontaminata fondano la propria attività rispondendo alle esigenze dei consumatori che si recano in questi luoghi alla ricerca di pace e benessere. A preoccupare gli agricoltori del posto, che in queste terre hanno investito il lavoro di una vita puntando su qualità e sicurezza alimentare, è in particolare il rischio, connesso all’utilizzo di questo combustibile, per la salute umana e ambientale oltre che all’aumento del traffico pesante con il continuo passaggio di camion per l’approvvigionamento del materiale che, peraltro, arriva da fuori provincia.
“Per la salute dei residenti, affermano infatti i presidenti di sezione, stiamo parlando di un rischio concreto che non viene in nessun modo confortato. Permangono infatti i dubbi riguardo le conseguenze di lungo periodo delle emissioni, sui suoli e dunque sulla sicurezza degli alimenti che su di essi vengono prodotti. L’autorizzazione della Valutazione di impatto ambientale, per proteggere la salute umana e ambientale, è dunque un primo passo ma ci auguriamo che vengano approfondite con uno studio specifico le ricadute dell’uso di Carbonext su suolo e produzioni.”
“La Vis, aggiungono, ovvero la valutazione degli impatti di salute al fine di accertare la compatibilità del progetto con il benessere dei cittadini, ci sembra il minimo indispensabile per poter anche solo pensare di effettuare un progetto di questo tipo. Auspichiamo dunque che ancora una volta il bene più grande venga tutelato e che i delicati lavori svolti in concertazione tra comune, provincia, Arpa e Ausl non siano ostacolati in modo da arrivare alla conclusione della vicenda il prima possibile e nel rispetto delle tipicità della zona e della salute umana, ambientale.”