Rapina a Calendasco: “Siamo carabinieri”. Così i banditi sono entrati in casa

Si sono finti carabinieri i tre rapinatori che il 2 marzo scorso hanno rapinato i due anziani coniugi di 89 e 86 anni nella loro villa di Calendasco. I malviventi hanno suonato al campanello intimando ai padroni di casa di aprire la porta: "Siamo carabinieri" hanno detto ai proprietari. I due coniugi hanno così aperto trovandosi però di fronte i tre banditi che, una volta entrati con la forza, hanno puntato i coltelli al volto dei padroni di casa intimando loro di aprire la cassaforte. Un bottino ingente, si è parlato di circa 30mila euro tra contanti e oggetti preziosi. I retroscena di questo drammatico episodio emergono dagli stessi carabinieri di Piacenza che, soprattutto in questo periodo in cui la criminalità vive una vera e propria escalation, tengono a mettere in guardia i cittadini.

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"Purtroppo quella dei finti carabinieri è una vera e propria piaga – spiega il Maggiore Michele Mancini dei carabinieri di Piacenza – perché sono davvero tanti i furti, le rapine e le truffe messe in atto da criminali che, proprio per convincere i padroni di casa ad aprire la porta, si fingono militari dell'Arma. In occasione dei furti o dei raggiri utilizzano questa tecnica per conquistare la fiducia delle vittime e per poter mettere mano a contanti e gioielli. Nel caso delle rapine il trucco serve solo per farsi aprire le porte e fare poi irruzione nelle abitazioni". Per questo il Maggiore Mancini fornisce alcuni semplici ma utili consigli: "Quando si recano a casa dei cittadini i carabinieri indossano sempre un segno distintivo, o si presentano in divisa o comunque a bordo di una vettura di servizio. Se non si presenta nessuna di queste circostanze è bene chiamare immediatamente il 112".