La Commissione delle elette: “Stop alla pubblicità offensiva per le donne”

“Evitare la diffusione sui  bus cittadini e sugli spazi dedicati alle pubbliche affissioni  di una pubblicità offensiva della dignità delle donne, in quanto  troppo spesso ci si trova di fronte all'assenza di correlazione tra il prodotto pubblicizzato e le immagini proposte (es un prodotto commerciale  e il primo piano di una parte di un corpo);  e dotarsi di regole per valutare e contrastare la diffusione di messaggi pubblicitari discriminatori e lesivi della dignità delle donne”.

Radio Sound

A chiederlo è la commissione delle Elette del Comune di Piacenza, presieduta da Maria Lucia Girometta, in una mozione presentata all’attenzione del Comune. Qui di seguito il testo. 

Il Consiglio

–   vista la direttiva 2004/113/CE del Consiglio, del 13 dicembre 2004, che applica il principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi e la loro fornitura e vista la sua risoluzione del 25 luglio 1997 sulla discriminazione della donna nella pubblicità,

–   vista la risoluzione nr.1557(2007) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa dal titolo "Image des femmes dans la publicité",

–   visto il Patto europeo per la parità di genere adottato dal Consiglio europeo di Bruxelles del 23 e 24 marzo 2006,

–    vista la risoluzione nr.2008/2038 del Parlamento Europeo del 3 settembre 2008 sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini,

– vista la risoluzione n. 2012/2116 del Parlamento Europeo del 12/03/2013  sull'eliminazione degli stereotipi di genere nell'Unione Europea

–   visto il protocollo d’Intesa tra il Ministero Pari Opportunità e il Presidente dello IAP del 26.01.2011

– Visto che numerosi comuni hanno attuato iniziative di contrasto alla pubblicità offensiva (Firenze, Genova, Ravenna, Rimini, Roma, Torino, Vicenza, Milano)

Considerato che

  • la pubblicità che presenta messaggi pubblicitari discriminatori e/o degradanti basati sul genere e gli stereotipi di genere sotto qualunque forma rappresentano ostacoli per una società moderna e paritaria,
  • gli stereotipi possono contribuire a comportamenti che costituiscono altresì            vettori di identificazione, ed è necessario combatterli a tutti i livelli della società per consentire l'uguaglianza e la cooperazione tra le donne e gli uomini tanto nella sfera privata quanto in quella pubblica,
  • gli stereotipi di genere possono contribuire fin dai primi anni di socializzazione del bambino a una discriminazione di genere che consolida il perpetuarsi delle ineguaglianze tra uomo e donna lungo tutto l'arco della vita e l'emergere di comportamenti di segregazione in base al genere,
  • occorre eliminare gli ostacoli che si frappongono alla trasmissione di un'immagine positiva dell'uomo e della donna nelle diverse situazioni sociali,
  • una pubblicità responsabile può influire positivamente sulle percezioni della società relativamente a nozioni come "immagine del corpo", "ruoli di genere" e "normalità" e che la pubblicità può essere uno strumento efficace per opporsi e combattere le disuguaglianze e le discriminazioni

 

Impegna il Sindaco e la Giunta

A porre in essere tutte le azioni necessarie per  evitare la diffusione sui  bus cittadini e sugli spazi dedicati alle pubbliche affissioni  di una pubblicità offensiva della dignità delle donne, in quanto  troppo spesso ci si trova di fronte all'assenza di correlazione tra il prodotto pubblicizzato e le immagini proposte (es un prodotto commerciale  e il primo piano di una parte di un corpo) 

a dotarsi di regole per valutare e contrastare la diffusione di messaggi pubblicitari discriminatori e lesivi della dignità delle donne. 

 

 

                                                                  M.Lucia Girometta (Presidente)

                                                                  Laura Rapacioli

                                                                  Sandra Ponzini

                                                                  Miriam Bisagni