Pochi mesi all'appuntamento con Expo e ancora troppi nodi da sciogliere. Questa mattina in conferenza stampa, i consiglieri comunali Filiberto Putzu (Fi), Massimo Polledri (Lega Nord) e Tommaso Foti (Fd'I) hanno fatto il punto su una situazione non più procrastinabile e che rischia di vedere Piacenza perdere un'occasione irripetibile di visibilità.
Abbiamo deciso di intervenire a titolo personale – spiega Putzu – perché la nostra sensazione si sta trasformando in una certezza. Due assessori, Tarasconi e Albasi stanno lavorando tanto per fornire la città di una maggiore offerta di eventi, ma non e' sufficiente, perchè è la qualità ciò che conta. Non vedo marketing territoriale, non vedo studi previsionali sull'afflusso di turisti, ne sull'indotto economico per la città.Lavorando in questo modo, temo si andrà verso un insuccesso. Manca il progetto e una cabina di regia come testimonia la trattativa con Trenitalia per l'introduzione dei treni veloci Piacenza-Milano. Ad occuparsi della trattativa doveva essere l'amministrazione e non un'associazione di categoria. E il risultato è che non abbiamo treni. Si pensi poi a Piazzetta Piacenza, costata al Comune 365mila euro e per la quale non è stata nemmeno prevista l'assunzione di personale per promuovere la vendita dei prodotti.
Ma siamo ancora speranzosi che si possa cambiare rotta e il nostro intervento speriamo valga da stimolo”.
Stimolo raccolto da Polledri che parla di ritardo nella preparazione dell'evento sia da parte dell'amministrazione che da quella della Camera del Commercio e degli imprenditori. “Expo è un'occasione che non capiterà mai più. E' un evento in grado di cambiare il volto di una città e anche i suoi rapporti economici. Eppure, anche se la nostra città e' forse capitale del pomodoro, non vedo né su Internet né sui media, né altrove sponsorizzazione dei nostri migliori prodotti. Più che i fondi, mancano le idee. Eppure si può ancora rimediare. Per garantire ai turisti la possibilità di pernottare nella nostra città ad esempio, si potrebbero utilizzare le circa 8mila case sfitte. Se il comune decidesse di fare un veloce appello per mettere a disposizione case e stanze e si occupasse della parte burocratica, fornendo ai tour operator un pacchetto, ce ne sarebbe abbastanza per attrarre molti turisti. E l'iniziativa consentirebbe di disporre di denaro fresco per le casse comunali.
Ad incentrare la sua analisi sul fronte culturale, Tommaso Foti ammette: “Il centro di Expo e' la città di Milano non solo dal punto di vista economico ma anche culturale. Ma anche se non occorreva una competizione tra territori, bisognava cercare di accendere una luce su Piacenza, senza voler competere.
Avevamo tre diamanti a costo zero, il fegato etrusco, il tondo di Botticelli e il codice landiano della Divina Commedia. Se avessimo costruito una proposta attorno a queste eccellenze avremmo potuto realizzare una diversa offerta culturale da parte del nostro territorio. Il problema di fondo non è la mancanza di prenotazioni da parte dei turisti, perchè si sa che ormai tutti sfruttano il last minute. Il vero problema è che abbiamo tutti gli elementi di un'orchestra ma manca il direttore. Abbiamo già speso due milioni di euro senza riuscire ad organizzare una mostra all'altezza di quelle offerte in altre città e se andiamo avanti così non possiamo più credere che Expo possa risolvere il problema di visibilità della nostra città”.