Quando si parla di Gustav Klimt, a Piacenza, si parla di “Ritratto di signora”. E parlare di questo quadro del celebre pittore viennese significa aprire un mondo complesso che spazia dall’arte alla cronaca. Nel febbraio del 1997, esattamente diciotto anni fa, Ritratto di signora è misteriosamente scomparso dalla galleria d’arte moderna Ricci Oddi e da allora non se ne sa più nulla. Non si sa nemmeno chi l’abbia fatto sparire e come: un caso tuttora irrisolto sul quale la galleria piacentina presieduta da Giuseppino Molinari e diretta da Maria Grazia Cacopardi oggi vuole tornare in modo completo con carte, dati, video, ricostruzioni giornalistiche. Si chiama “Capolavori rubati”, è una mostra documentaria che resterà aperta alla Ricci Oddi dal 20 febbraio, giorno dell’inaugurazione, sino al 19 aprile. E proprio il 20 febbraio, giorno dell’inaugurazione si terrà un evento particolare, con la partecipazione di chi ha vissuto direttamente quel periodo convulso immediatamente dopo la clamorosa sparizione.
Ma la storia del Klimt a Piacenza – culminata con uno dei fatti di cronaca più eclatanti degli ultimi vent’anni – inizia l’anno prima, nel febbraio del 1996. Claudia Maga, all’epoca maturanda al liceo artistico sperimentale Colombini di Piacenza, grande appassionata di Klimt, mentre sfoglia un catalogo della Rizzoli nota nelle ultime pagine la miniatura di un quadro del pittore austriaco intitolato Ritratto di ragazza. Quadro realizzato all’inizio del ‘900 di cui però si erano perse le tracce. Già a prima vista la studentessa di Broni – oggi professoressa e scrittrice – nota una serie di notevoli somiglianze con il più noto Ritratto di signora presente alla Ricci Oddi di Piacenza. E, con la faccia tosta tipica dei 19enni, sfidando anche le perplessità dei suoi genitori, si presenta alla galleria di via San Siro armata di fotocopie, documenti, ingrandimenti e lucidi. Per puro caso si imbatte in Fedinando Arisi, una delle massime autorità in materia d’arte piacentina e non solo. Stava proprio osservando la tela del Klimt quando la ragazza lo avvicina e se ne esce con un coraggioso “Professore, le risulta l’esistenza di un altro quadro del Klimt simile a questo”? Una domanda a bruciapelo che tuttavia incuriosisce il noto critico (oggi scomparso). Il quale, osservando il materiale portato dalla studentessa, ha una specie di illuminazione: «Ragazza, tu sei una maga», e non sapeva nemmeno che faceva Maga di cognome. Da quell’incontro è partita una collaborazione che ha portato a studiare Ritratto di signora e a scoprire che probabilmente si trattava della seconda versione di un quadro preesistente, ovvero quel Ritratto di ragazza comparso in qualche catalogo d’epoca e poi sparito.
Una scoperta notevole che ha portato molta attenzione sulla tela del Klimt conservata a Piacenza. Un anno dopo è stata rubata e oggi Claudia Maga, l’ex studentessa, ha rivelato di sentirsi in colpa: «Se non se ne fosse parlato così tanto dopo la mia iniziativa, oggi forse Ritratto di signora sarebbe ancora qui, al suo posto».
CAPOLAVORI RUBATI
L'iniziativa Capolavori rubati prevede:
INGRESSO GRATUITO
venerdì 20 febbraio ore 15.00
Inaugurazione della mostra
Ritratto di signora di Gustav Klimt. Storia di un ritrovamento e di una scomparsa
(20 febbraio – 19 aprile 2015)
seguirà
ore 16.30
Tavola Rotonda
Intervengono:
Francesca Bacci
storica dell'arte
Capolavori contesi e cornici vuote:
appunti per una storia dei furti d'arte
Capitano Ciro Imperato
comandante Nucleo Tutela Patrimonio
Culturale di Bologna:
L'Arma per l'arte
Claudia Maga
autrice del ritovamento del Ritratto di ragazza
Modera Ludovico Lalatta
giornalista
Nell'occasione verrà presentato il volume L'acqua dei diamanti di Claudia Erao
Con la partecipazione del
prof. Giovanni Marchesi e della classe III L del Liceo Scientifico L. Respighi