Rivergaro, questione profughi: “Paura e silenzio”

ESSERE RIVERGARO, forza di minoranza del Consiglio Comunale vuole chiarire a tutti i concittadini la propria posizione sulla vicenda profughi, nel tentativo di arginare la mala informazione che sta circolando.

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"Già dal luglio 2014 il prefetto di Piacenza aveva chiesto la disponibilità a tutte le amministrazioni comunali per gestire la questione.

In tal sede la maggioranza delle amministrazioni comunali convocate non ha purtroppo raggiunto un’intesa condivisa. Afronte di tale rifiuto, il Prefetto, su mandato ministeriale, ha sciolto la questione con una serie di bandi rivolti direttamente ai privati cittadini con disponibilità di immobili atti ad ospitaredei profughi. Nel mese di settembre anche un rivergarese ha partecipato al bando, risultando idoneo.

Al contrario di quanto molti provano a sostenere, una volta assegnata l’idoneità ad una struttura , nessuna azione (tra quelle ammesse ovviamente dalla legge italiana) può impedire il compimento dell’iter di accoglienza.

Soltanto il 20 dicembre 2014, su sollecitazione della minoranza, la nostra Amministrazione Comunale ha deciso di informare il Consiglio in merito all’arrivo dei profughi, fornendo scarne e tardive informazioni. L’unica proposta scaturita in tale sede dal Sindaco è stata quella di costituire una commissione finalizzata ad un confronto con la Prefettura, oltre alla redazione di un protocollo di intesa, nel quale concordare le attività di integrazione, sorveglianza sanitaria, ordine pubblico e gestione dei profughi stessi.

Preso atto della totale impossibilità del Comune ad opporsi alla decisione Ministeriale e con l’intento di agire a favore della tutela dei cittadini, ESSERE RIVERGARO ha reputato opportuno e doveroso confrontarsi con la Prefettura per la valutazione di un protocollo di intesa, ed è SOLO su questo tema che si è espressa con voto favorevole nel consiglio comunale del 20 dicembre. Tale decisione è stata presa considerando che, anche nel caso in cui si fosse espresso un voto contrario alla proposta, non si sarebbe comunque impedito l’arrivo dei profughi a Rivergaro. Ci è sembrato invece necessario contingentare gli arrivi, vigilando che  il numero di 15 persone stabilito dal Prefetto non fosse superato. Affrontare con spirito critico la “questione profughi” ci sembra il modo migliore per poter monitorare la situazione ed all’occorrenza segnalare qualsiasi azione non regolare o poco chiara.

Dopo aver ricostruito le fasi della vicenda, è ora opportuna un’analisi sulla condotta della nostra Amministrazione Comunale, che ci appare assai discutibile, in quanto ha deciso di occuparsi dei profughi soltanto alla “vigilia” del loro arrivo, ovvero quando i margini di intervento erano ormai nulli. 

Un’amministrazione lungimirante, a tempo debito, avrebbe dovuto prendere in carico la questione, a livello di Unione dei Comuni, o comunque congiuntamente alle altre amministrazioni unite nello stesso intento.

Sorprende il fatto che, ancora oggi, nessun rivergarese sia stato informato ufficialmente dall’amministrazione su questa questione: ad esempio con un incontro pubblico, strumento spesso utilizzato per ben più futili argomenti. L’amministrazione ha permesso che le informazioni si diffondessero in modo incontrollato, talvolta in maniera distorta, dando adito alle prevedibili strumentalizzazioni e ai conseguenti malintesi tra i cittadini, lasciando che qualcuno speculasse sulla paura della gente.

In ultimo, ma non per importanza, contestiamo aspramente che, nonostante la vicenda stia destando confusione e preoccupazione, l’Assessore Pietro Martini deputato alle politiche sociali non abbia mai chiarito la vicenda, né partecipato a nessuna delle sedute che la commissione ha organizzato insieme al Prefetto per avere delucidazioni sulla questione profughi. Da un’amministrazione che ha sempre fatto del sociale il proprio vanto, ci saremmo aspettati che l’Assessore di competenza assumesse un ruolo attivo.

ESSERE RIVERGARO non si sorprende più di fronte a tali accadimenti, ennesimo segnale di una gestione intempestiva e mai propositiva, ed è per questi motivi che chiede al Sindaco la revoca per l’Assessore Martini della delega alle politiche sociali per la sua conclamata inadeguatezza al tema e per il suo totale disinteressamento alla vicenda profughi".