"Ben venga l'interessamento della Diocesi e della Caritas sulla chiusura del Monte dei Pegni, soprattutto se serve a svegliare l'amministrazione Dosi. Siamo stati i primi ieri, in un silenzio desolante e complice, a denunciare detta decisione assunta da Cariparma e siamo lieti oggi che altre voci si aggiungano alla nostra per dare forza ad una protesta doverosa e ad un'indignazione profonda nei confronti di un provvedimento scellerato", lo affermano in una nota i consiglieri comunali di Fratelli d'Italia-AN.
Per Opizzi e Foti "l'iniziativa di Cariparma, dettata da logiche (si fa per dire) squisitamente commerciali e di pura convenienza per la banca, non può trovare acquiescente e prona la classe politica. E ciò a prescindere dall'interessata assicurazione, da parte di Carpiparma, di volere attutire gli effetti negativi della chiusura del Monte dei Pegni con un periodo cuscinetto in cui le garanzie verranno prestate in altre forme. Un iter già seguito a La Spezia prima della completa dismissione del Monte dei Pegni".
I consiglieri di Fratelli d'Italia evidenziano "il ruolo sociale che il Monte dei Pegni svolge in anni di crisi quali quelli in cui viviamo" e sottolineano che "sono sempre di più in aumento gli utenti che si rivolgono a tale servizio: se anni fa, infatti, non c'era una grande affluenza, oggi ve ne è una continua ed inesorabile".
"Ciò che ci lascia sconcertati, ma non stupiti, in questa vicenda – polemizzano Opizzi e Foti – è però il fatto che il Comune si è subito attivato quando sollecitato dalla Diocesi, mentre con grave ritardo non ha ancora risposto alla nostra interrogazione che, già dai primi di gennaio, denunciava la chiusura del Monte dei Pegni".
"L'atteggiamento nei nostri confronti – concludono i consiglieri di Fd'I-AN – è inqualificabile da parte del Sindaco, tuttavia, avendo ben chiaro, a differenza di quest'ultimo, che la questione è di notevole interesse pubblico, sollecitiamo Dosi ad un immediato intervento nei confronti di Cariparma che, se vuole dimostrare di essere ancora una banca territoriale, deve rimangiarsi la decisione di chiudere il Monte dei Pegni".