La Giunta comunale ha deliberato, nella riunione odierna, di dedicare a Gianluca Perdoni la sala stampa dello stadio Garilli. “Molte iniziative – spiega l’assessore allo Sport Giorgio Cisini – sono state indirizzate all’Amministrazione perché ci si muovesse in questa direzione, considerata la notorietà di Gianluca per la professione praticata, il calvario imposto da una micidiale malattia, l’emotività per la prematura scomparsa. I suoi familiari ci hanno chiesto di ricordarlo come segue, con le loro stesse parole, cui ci uniamo”.
“Sembra esserci proprio tutto – scrivono i familiari – per un atto dovuto. Sì, è dovuto, quanto è naturale. Naturale perché Gianluca nasce piacentino e già sa di diventare giornalista sportivo. L’ordine degli aggettivi qualificativi può essere invertito. Come tutti i bambini degli anni ‘70 segue la trafila classica: un cortile, un pallone di plastica, la lamiera della porta di un garage da centrare per segnare il punto. Quello che gli interessa però, non è mettere a segno punti, ma trovare parole per descrivere le situazioni. Riempie quaderni e quaderni di classifiche, profili tecnici, formazioni. Trovando in casa la passione per il Piacenza Calcio, vede la professione delinearsi sempre più. Gianluca è un distinto lungimirante, intuisce che le immagini nello sport sono più potenti della scrittura, e all’archivio dei quaderni affianca quello delle prime registrazioni video. La professione è acquisita, la storia del Piacenza Calcio si fa importante, lui è cresciuto mantenendone il passo. Le fortune della squadra di casa sono in progressione esponenziale e questo lo agevola. Gianluca per sdebitarsi si inventa portafortuna. Novellino, l’ex allenatore biancorosso, lo considerava infatti un talismano. Lo voleva sempre al campo di allenamento, e gli imponeva di indossare un paio di scarpe arancioni perché particolarmente influenti. Non si è mai astenuto.
Autodidatta per dote, tecnologico per vocazione, curioso per indole, si è cimentato con tutti i sistemi che gli permettessero di divulgare, di socializzare, di esprimersi. Talvolta ancora prima che diventassero sistemi. La sala stampa intitolata gli sarebbe piaciuta, le cerimonie ingessate no, e nemmeno il temutissimo coccodrillo. Forse per un collega lo avrebbe scritto anche lui, ma solo perché era un professionista e non un aggettivo qualificativo. Vedere il suo nome nello stadio in cui ha messo il cuore, è piaciuta a tutti. Per la data di inaugurazione abbiamo scelto il 1° Giugno, il suo compleanno. Il ricordo deve avere valenza vitale. Ricordo, come illusione, come sogno. Dolore e piacere si fondono in quell’unico sentimento che riflette la condizione dell’uomo, ha scritto Giacomo Leopardi. Un grande, avrebbe detto Gianluca”.