L’Expo 2015 di Milano sarà un grande parco dei divertimenti per famiglie con bambini. Sfatiamo l’idea che sarà una fiera”. E’ stata uno show ieri sera a Palazzo Galli della Banca di Piacenza la tappa piacentina di Expoinviaggio, serie di incontri in giro per l’Italia durante i quali Giacomo Biraghi, responsabile del social media team di Expo Milano 2015, spiega ai territori che cosa davvero sarà questo evento. Un evento che durerà sei mesi, da maggio a ottobre, che è costato due miliardi all’Italia ma che potrebbe portarne ben di più se verrà sfruttato per quello che è: un’immenso volano mondiale per il marketing territoriale e quindi per l’intera economia del Paese che lo ospita. Biraghi-show, dunque; uno show nel quale il giovane e dinamico manager della comunicazione – invitato a Piacenza dalla Bloomet, agenzia che coordina le varie attività dell'Ats (associazione temporanea di scopo) per l’Expo – ha tentato di portare il pubblico nel cuore e nello spirito dell’esposizione mondiale, per meglio interpretarne le potenzialità e soprattutto per non commettere errori che sarebbero fatali ai territori. Il tempo c’è, mancano 87 giorni all’inaugurazione, ma non se ne può più perdere.
Jeans, maniche di camincia e barba lunga, Biraghi ha intrattenuto e stupito un salone gremito di autorità, imprenditori, amministratori e comuni cittadini partendo subito da cosa Expo non sarà: “Non sarà una fiera – ha detto – Non ci saranno solo aziende che espongono merce da vendere nei vari stand, non ci saranno manager in giacca e cravatta. L’Expo sarà un immenso parco dei divertimenti dedicato alle famiglie, ai bambini, a tutti. Un parco tematico, insomma, come lo sono le navi da crociera, i casinò o più in generale i parchi divertimento. E in questo senso vanno organizzati gli eventi. “Chi fa, vince. Chi non fa resta fuori” dice Biraghi, spiegando la forza di un mega-evento aperto a tutti. E nel caso di specie utilizza la metafora di Expo come un grande palazzo con più di 400 condomini – tra Stati, ong, città e grandi aziende – che dovranno fare il possibile per essere vincenti. E Piacenza c’è, è sul pezzo. Biraghi – che arriva da Milano – la conosce bene: è tra le 12 città che hanno acquistato uno spazio e ha già lavorato tanto a livello territoriale, con una buona sinergia e molto spirito di iniziativa.
A Biraghi, incontrato a fine convegno, abbiamo chiesto che situazione sta trovando in giro per l’Italia visto che Piacenza è stata la 62esima tappa di questa sorta di tour nel quale il comunicatore spiega il vero spirito dell’evento per far sì che non ne vengano sfruttate le potenzialità; “La situazione è disomogenea – ha risposto Biraghi – Abbiamo un sud Italia molto caldo pur non sapendo bene cos’è Expo e un nord Italia un po' freddino pur conoscendone meglio le dinamiche”. Dobbiamo tentare di uniformarci, dunque, e arrivare a maggio pronti. E Piacenza, secondo Biraghi, è sulla strada giusta. “Il nostro motto è: #expottimisti – ha detto Biraghi – perché siamo convinti che il 2015 sarà un evento positivo per Milano e l’Italia. Non possiamo non esserlo: l’Esposizione universale è un’occasione di visibilità e sviluppo che non si ripeterà per molti anni. Lavorare per viverla nel modo migliore è la direzione che vediamo”.