“Contributi ai partiti, agirono con trasparenza”. Procura chiede l’assoluzione

"Era tutto scritto e contenuto nel bilancio, hanno agito con trasparenza". Questa la motivazione alla base della richiesta di assoluzione formulata al gip dal pubblico ministero Antonio Colonna anche nei confronti di alcuni esponenti del Pd piacentino, del Pdl e dell’amministratore unico dell’azienda Biomedica Santa Lucia, l’imprenditore piacentino Bruno Giglio, tutti accusati di finanziamento illecito ai partiti. In tutto gli indagati erano una ventina. Nel marzo scorso gli avvisi di garanzia erano arrivati tra gli altri all’ex vicesindaco Francesco Cacciatore, al consigliere Regionale Marco Carini, entrambi del Pd, e al consigliere regionale Andrea Pollastri del Pdl. Il contesto a cui si riferivano i finanziamenti era quello delle primarie 2012 e, ancora prima, delle elezioni regionali del 2010. Per quanto riguarda il Pd piacentino, erano indagati anche Piera Marchi, Paolo Rezzoagli, Marcellina Anselmi (tutti, compresi Cacciatore e Carini, assistiti dall'avvocato Paolo Fiori) e Sergio Driganti (difeso da Sabrina Erba); per quanto riguarda il Pdl, oltre a Pollastri era finita sul registro degli indagati anche Anita Piccioni (difesa dall'avvocato Corrado Prandi), tesoriere del partito. L'indagine della Guardia di Finanza, coordinata dal pm Colonna, aveva però toccato varie regioni italiane: le ipotesi di reato riguardavano anche Rocco Crimi e Maurizio Bianconi, tesorieri del Pdl nazionale, Guido Marchese e Giancarlo Abelli del Pdl di Voghera, Gianfranchi Barigazzi (Lega Nord Emilia-Romagna), Giovanni Di Giorgi del Pdl di Latina con Giuseppe Di Trento, Agostino Cesareo e Renato Penzo del Pd di Genova, Guido Ratti del Pd di Alessandria, infine Andrea Gulino dei Moderati per la terza fase. Per alcuni di questi altri tribunali si sono già pronunciati con sentenza di assoluzione. La presunta violazione, secondo l’ipotesi iniziale della procura riguardava una serie di bonifici e la mancata delibera dei contribuiti da parte del consiglio d’amministrazione dell’azienda Biomedica. Delibera che la legge sul finanziamento ai partiti considera obbligatoria. Tuttavia gli accertamenti avrebbero appurato che tali finanziamenti erano comunque contenuti nei bilanci dell'azienda. Da qui la richiesta di assoluzione. Il difensore di Bruno Giglio, l'avvocato Angelo Rovero, aveva sempre parlato di comportamento regolare e trasparente. Ora si attende la sentenza del gip.

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