“Per dare una risposta a centinaia di imprese agricole che, ogni anno, vedono la propria attività messa seriamente a rischio dai problemi causati dalla fauna selvatica, è necessario monitorare costantemente ed in modo puntuale la questione ungulati.”
Queste le parole del responsabile settore caccia di Coldiretti Piacenza Adriano Fortinelli, nel sottolineare la necessità di interventi diretti alla gestione e al controllo delle specie presenti sul territorio. Non sono poche infatti le segnalazioni che confermano la presenza massiccia di cinghiali e caprioli sia nelle zone di collina e montagna ma anche in pianura. In particolare, per la gestione degli ingenti danni da capriolo, si rende necessario un censimento puntuale per poter procedere con gli adeguati piani di controllo.
“I nostri imprenditori agricoli, prosegue Fortinelli, sono costretti a sopportare la presenza di animali che mettono in discussione il futuro della loro attività. Campi appena seminati letteralmente “arati” dai cinghiali, ma anche predazioni a carico di allevamenti: queste sono condizioni che richiedono risposte urgenti e razionali da parte delle istituzioni pubbliche. Occorre garantire, oltre ad un adeguato sistema di misure preventive volte alla messa in sicurezza delle attività economiche, anche un veloce e congruo risarcimento di coloro che sono stati danneggiati.”
I recenti avvistamenti comprendono oltre a cinghiali e caprioli anche i lupi. “Ad ormai due anni dalle prime predazioni a bassa quota, "l'emergenza lupo" non è attenuata ne tanto meno risolta. Anche durante il 2014 abbiamo assistito a numerose predazioni da lupo a danno di diversi allevamenti della provincia.” A dirlo èNiccolò Lavezzi responsabile della Commissione Ovicaprini di Coldiretti Piacenza nel evidenziare come i progetti messi in atto dagli enti preposti siano al momento in stallo.
“Abbiamo riposto grande fiducia in questi progetti, conclude Lavezzi, partecipando per quanto possibile in modo attivo e costruttivo, ed è un peccato non proseguire con questi strumenti che avrebbero potuto migliorare la situazione. Dalla prevenzione, al risarcimento dei danni fino alla pianificazione delle attività faunistico venatorie, quello dei danni da fauna selvatica è un problema che va affrontato trovando il giusto compromesso tra tutela della fauna e tutela dell’agricoltore che, lo ricordiamo, investe e scommette sulla propria attività e non può sopportare che venga messa a repentaglio da questi problemi.”