"Gridiamo pure, dunque, 'mai più!'. Ma avendo ben chiaro che per sbarrare la strada che porta al baratro è necessario l'impegno fondamentale di tutti e un serio, anche doloroso, dibattito all'interno della nostra comunità e una lotta senza quartiere a ogni forma di razzismo, xenofobia, antisemitismo, islamofobia e disumanità". Sono queste le parole, potenti e concrete, con le quali il nostro sindaco, Paolo Dosi, ha aperto l'incontro istituzionale che si è tenuto questa mattina, martedì 27 gennaio, al Giardino della Memoria, per commerare l'apertura dei cancelli di Auschwitz di 70 anni fa.
Come ogni anno, infatti, la comunità piacentina non dimentica chi si è opposto allo sterminio, chi ha combattuto un genocidio tanto violento quanto insensato e lo fa con gesti e incontri che non hanno nulla di retorico, ma si calano nella realtà drammatica dei nostri giorni. Il sindaco, così come il consigliere Stefano Perrucci e due dei ragazzi che l'anno scorso hanno partecipato al viaggio a Norimberga e Flossenburg, Luca Villa e Jasmine Faouzi, anche loro intetvenuti nel corso della mattinata, hanno infatti sottolineato la dramamatica somiglianza delle azioni violente riportate dalla cronaca oggi con le modalità e le motivazioni dello sterminio nazista. "Oggi come allora si incendiano sinagoghe, si attaccano le chiese cristiane e i luoghi di culto dei musulmani non fanatici, si massacrano come in Nigeria le bambine e le ragazze che vanno a scuola", ha infatti sottolineato il sindaco.
"Oggi deve essere un'occasione per riflettere e portare nel quotidiano l'esperienza drammatica di quegli anni. Siamo al corrente tutti, attraverso gli organi di informazione, di come gli episodi di banale quotidianità siano all'ordine del giorno e quindi il rimarcare l'importanza di momenti come la liberazione del campo di Auschwitz è un monito per fare in modo che questi episodi siano sempre meno frequenti", ha inoltre ricordato il consigliere Perrucci ai microfoni di Radio Sound.
Numerosissimi erano, inoltre, oltre alle autorità, ai Bersaglieri, ai Partigiani e agli Alpini, i bambini e i ragazzi presenti, per dimostrare che anche la nuova generazione non dimentica e partecipa al dolore di chi ha vissuto gli anni della guerra. Particolarmente toccanti sono state poi le parole di Jasmine e Luca, i due ragazzi intervenuti. Ai micorfonidi Radio Sound, Luca ha detto: "Siamo molto diversi da chi è vissuto nel dopoguerra e per questo non abbiamo degli ideali così forti, ma chi vuole ricordare si differenzia da quella massa della nuova generazione caratterizzata da placido e sereno disinteresse. Noi vogliamo essere coinvolti nella nostra storia e in quello che ci circonda". Un grido, questo, che dimostra che giovani appassionati e informati, che non si distaccano da quel 27 gennaio 1945, esistono e che ci da la speranza che date come questa rimangano impresse nella Memoria di tutti, per sempre.