“E’ il caos, non vengono seguiti e quindi è difficile assisterli”. A parlare è uno dei medici di base, dal quale si rivolgono molti dei profughi ospitati nelle strutture finite sotto la lente di ingrandimento dell’esposto, presentato in Procura nei giorni scorsi dal consigliere comunale Marco Colosimo della lista Piacenza Viva. Dopo il riesplodere del caso, lo abbiamo contattato per chiedere informazioni sulla gestione dell'assistenza medica degli stranieri. “Sono circostanze che dovrebbe seguire la Prefettura, però quando arrivano non accompagnati cerco di fare quello che posso. Sono stati iscritti nelle liste dall’Asl e hanno scelto liberamente il medico al quale affidarsi, non sono l’unico. Comunque dovrebbero essere gestiti in modo più efficace. La situazione è di caos. O gli si danno delle regole o non risolveremo mai la questione”.
In buona sostanza, il medico piacentino conferma le mancanze in fatto di assistenza medica alle quali sarebbero tenuti i gestori delle strutture che ospitano i richiedenti asilo, anche se ha tenuto a sottolineare alcuni aspetti: “Pur rivolgendosi a me, non sono tenuto ad assisterli direttamente nella struttura, che è abitativa ma dove non hanno la residenza, quindi essendo deambulabili – cioè si possono spostare autonomamente – vengono con le loro gambe”. E ha aggiunto, volendo uscire dalla polemica politica nella quale gli sembra sia cavalvata questa vicenda, che “la situazione va migliorata, senza exploit che lasciano il tempo che trovano. Se loro hanno accompagnamenti è un conto, se no si può fare solo il possibile. La situazione dipende dai casi, perché non c’è la volontà di gestirli. I controlli all’interno delle strutture dovrebbero essere fatti dalla Prefettura. Qualche gestore li accompagna, altri no. In questo modo, non essendo educati sulle modalità con cui ci si deve presentare, non seguono gli orari o gli appuntamenti. La situazione, certamente, non è delle migliori. Bisogna instradarli, se no ognuno fa come gli pare”.