Il vescovo ai cronisti: “Comunicare per fare comunità,partendo dalla famiglia”

E’ stata celebrata questa mattina a Piacenza, presso la Curia Arcivescovile, la festività di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

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La Sala degli Affreschi della Curia ha ospitato un incontro, aperto a tutti, nel corso del quale Luca Molinari, segretario dell’ Ordine dei Giornalisti dell’ Emilia-Romagna, e Luciano Moia, caporedattore di Avvenire, hanno parlato del modo in cui i media parlano della famiglia e di come comunicare la famiglia stessa.

Proprio questo tema è al centro della Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali, giunta alla 49esima edizione.

Nel suo documento di saluto, papa Francesco ha sottolineato l’ importanza del tema della famiglia, al centro di una profonda riflessione da parte della Chiesa. Un ragionamento che passa attraverso due Sinodi dedicati alla famiglia, cosa mai successa nella storia della Chiesa, così come ha ricordato Sua Eccellenza Mons. Gianni Ambrosio.

Il presule ha parlato ai nostri microfoni dell’ importanza di questa tematica e della delicatezza che riveste nell’ ambito della comunicazione, partendo da Francesco (di Sales) e arrivando papa Francesco. Da un Francesco all’ altro, ma con un unico comune denominatore: la comunicazione.

Due grandi comunicatori – afferma Ambrosio – con lo stesso stile e con l’ invito a valorizzare ciò che di bello è presente nel mondo, a rafforzare la speranza e ad affermare quanto una parola di amore e di affetto sia decisiva per la vita umana. Due grandi comunicatori che ci indicano la strada e ci danno speranza”.

Arriva poi un monito a noi operatori dell’ informazione: “Nel riportare i fatti, bisogna tenere conto che all’ interno ci sono le persone umane da valorizzare e rispettare”.

Il vescovo ha poi sottolineato l’ importanza della famiglia, oggetto dell’ incontro di oggi, ma più in generale di un’ approfondita disamina da parte della Chiesa.

“C’è una certa compiacenza nel mettere in risalto gli aspetti negativi della famiglia – dice il presule – come se noi non venissimo da una famiglia. Ciò che affermiamo di cattivo sulle famiglie lo diciamo, alla fin fine, nei nostri riguardi. Da lì siamo nati e abbiamo apprezzato la vita a partire da quel rapporto familiare che papa Francesco desidera mettere in risalto. Poi c’è la famiglia allargata, più grande, che è la nostra comunità. Bisogna comunicare per fare comunità, a partire dalla famiglia che è il punto di riferimento di ogni comunità umana”.

Luca Molinari ha invece parlato dell’ impegno dell’ Ordine dei Giornalisti della nostra regione per venire incontro ai colleghi, dal punto di vista della formazione, per aiutarli a comunicare meglio la famiglia e le tematiche ad essa connesse: “Come ordine – dice Molinari – stiamo realizzando numerosi eventi formativi su questo tema perchè serve una preparazione particolare per trattare queste tematiche.

Un esempio:  spesso i giornalisti, nel raccontare i fatti di cronaca nera, citano nomi e cognomi, a scapito dei minori che vivono nelle famiglie oggetto di questi fatti. Questo crea problemi a questi ragazzi che conducono una vita normale.

Come Ordine – continua ancora Molinari – siamo preoccupati per la situazione di crisi che la stampa, a livello nazionale e regionale, sta attraversando. Stiamo cercando di intervenire per quanto possibile, ad esempio garantendo il patrocinio gratuito per i cronisti, e stiamo cercando di risolvere le difficili problematiche connesse al precariato, arrivato a livelli insostenibili. Infine un altro tema su cui c’è attenzione è il cambiamento della professione, diventata sempre più social. Dobbiamo preparare giornalisti a tutto campo”.

Giornalisti poco preparati sul tema della famiglia anche secondo Luciano Moia, caporedattore di Avvenire: “Spesso la tematica viene affrontata in modo disordinato dagli organi di informazione mentre invece il compito dei giornalisti è quello di presentare i fatti con un minimo di consequenzialità, per non far torto a chi ha affermato certe cose”. Moia, come esempio ha citato il recente caso di una frase pronunciata da papa Francesco e finita sulle prime pagine dei giornali. L' affermazione del pontefice riguardava la "prolificità" della famiglia e il fare figli come conigli. Secondo il caporedattore di Avvenire, la frase doveva essere inserita in un ragionamento ben più articolato.

Al termine della tavola rotonda sono stati premiati i bollettini parrocchiali con il riconoscimento, giunto alla sesta edizione, dedicato alla memoria di Don Guido Migliavacca, direttore per oltre 40 anni del settimanale “La Trebbia”, fondato nel 1903.

Quest’ anno a vincere il premio di 300 euro per il miglior bollettino è stata la parrocchia di S. Vittore, alla Besurica, con “Incontriamoci”, pubblicazione rivolta alle famiglie del quartiere. Nella motivazione si è fatta menzione della grafica accattivante e della buona qualità con cui è realizzato il "giornalino parrocchiale".

Mons. Giancarlo Conte, quasi 85 anni di cui 60 di sacerdozio, ha poi raccontato brevemente il suo recente incontro con papa Francesco, dicendo che “il suo modo di fare lascia il segno. Sono tante le emozioni che ho provato e che tengo dentro di me. Quando gli ho detto di essere piacentino il Pontefice ha risposto dicendo: bella Piacenza”. Il papa, pur non essendoci stato personalmente, la conosce attraverso Monsignor Corbellini, suo stretto collaboratore.

La giornata si è conclusa con una S. Messa celebrata all’ interno della Curia.