Svolta nella vicenda dell'accoltellamento di piazza Casali. Questa mattina (16 gennaio) il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Bersani ha emesso un ordine di custodia cautelare in carcere per il 21enne Micheal Cosimo Pozzessere, autore dell'accoltellamento avvenuto in piazza Cavalli la notte tra il 27 e il 28 dicembre. In quell'occasione, come si ricorderà, il ragazzo aveva accoltellato quattro giovani dai 25 ai 29 anni, ferendone gravemente uno e costringendolo al ricovero all'ospedale Maggiore di Parma. Il giudice ha ritenuto che vi fosse il rischio che Pozzessere potesse reiterare il reato, per questo ha accolto la richiesta del piemme Emilio Pisante. L’ordinanza è stata eseguita a mezzogiorno dagli uomini della Squadra Mobile della questura che hanno prelevato il giovane direttamente nella sua abitazione. Nel corso della conferenza stampa è stato chiarito che le indagini della polizia non hanno trascurato alcun dettaglio: in base alle dichiarazioni rilasciate sia dall’indagato sia dai quattro feriti, il diverbio in piazza si scatenò per futili motivi, forse per una parola di troppo, forse per il diniego alla richiesta di una sigaretta o forse per una battuta pronunciata al riguardo dei tatuaggi del ragazzo. “Fatto sta che, qualsiasi cosa abbia acceso la miccia, si è trattato di una reazione spropositata”. L’indagato ha anche dichiarato di aver usato come arma un coltello (fino ad oggi non ci era ancora la certezza assoluta) che ha detto di aver buttato dopo la fuga forse in un cassonetto della spazzatura a Milano, anche se era in stato confusionale e non ricorda precisamente i dettagli. Al momento nessuno dei quattro feriti risulta indagato, anche se il dirigente della Mobile ha dichiarato che prima del fatto avevano trascorso tutto il pomeriggio in alcuni bar a bere.
Alla conferenza stampa erano presenti il vicario della questura Elena Mei e il dirigente della squadra Mobile Salvatore Blasco, i quali hanno parlato di “risposta della polizia nel segno della legalità” e sono tornati sulle polemiche che avevano accompagnato la decisione di denunciare il 21enne, “punizione” che per una parte dell’opinione pubblica sarebbe stata esigua.
“Si è parlato tanto di questo fatto anche a sproposito – hanno detto – con illazioni che hanno infastidito la questura e che minavano la nostra correttezza e serietà. Secondo noi si è esagerato anche nei confronti della Procura per il semplice motivo che noi viviamo in uno Stato di legalità. Noi ci dobbiamo attenere alle norme. Gli arresti si possono eseguire se c'è la flagranza di reato, altrimenti no. Esistite la possibilità del fermo soltanto se sussiste il pericolo concreto di fuga. Se uno si presenta alla polizia giudiziaria costituendosi, non sussiste il pericolo di fuga. Poi, come accade sempre, la polizia fa le indagini che si sviluppano. Da qui poi si è arrivati l’arresto. Abbiamo poi sentito di presunte “protezioni” di cui godeva l’indagato. Si tratta di assurdità”. Dal vicario poi un appello ai giovani: "Sarebbe bene che i giovani cercassero il divertimento senza dover per forza ricorrere a ubriacarsi".