“Con la nuova ipotesi di tassazione si riapre la travagliata vicenda Imu sui terreni montani; un’opzione che, rispetto alla classificazione delle zone svantaggiate del ‘93 dimezza i comuni esenti.”
Queste le parole del responsabile fiscale di Coldiretti Piacenza Emanuele Gonsalvi nel commentare la nuova ipotesi di tassazione Imu sulla quale sta lavorando l’esecutivo per porre rimedio al precedente decreto gravato dal ricorso al Tar promosso da 4 anci regionali.
“Da un lato, spiega Gonsalvi, si tratta di un passo in avanti per la nostra provincia, dove con questa nuova ipotesi di tassazione, verranno esentati 10 comuni invece dei 5 previsti dal precedente decreto che, riferendosi alla sola altitudine in cui si trova il palazzo comunale avrebbe creato disparità. Dall’altro invece, 20 comuni verranno ricollocati all’interno delle tre fasce con una penalizzazione rispetto alla classificazione di zona svantaggiata che fino al 2013 era in vigore.”
Il criterio utilizzato per la nuova tassazione fa riferimento alla definizione di comune montano o parzialmente montano contenuta nell’elenco Istat. In questo modo saranno totalmente esenti, oltre a Cerignale, Coli, Ferriere, Morfasso e Zerba, anche Bettola, Bobbio, Cortebrugnatella, Farini e Ottone.
“Verrà rivisto il criterio attuativo in riferimento alle fasce intermedie ridando centralità all’agricoltore attivo, aggiunge l’esperto, non più legato alla collocazione altimetrica del terreno ma bensì alla qualifica del proprietario. Esenti infatti i terreni dei Coltivatori Diretti e Imprenditori Agricoli Professionali mentre pagheranno l’imposta integrale i terreni posseduti da soggetti senza tale qualifica.”
“Va da sé, prosegue Gonsalvi, che con questa nuova ipotesi e i tempi necessari per la sua emanazione e pubblicazione, la scadenza al 26 gennaio è decisamente troppo ravvicinata. Questa situazione è insostenibile e ha generato caos, fraintendimenti e provocazioni per tanto chiediamo che venga prorogato il termine per il pagamento in modo da mettere i contribuenti in grado di adempiere alle pratiche necessarie come per esempio l’acquisizione delle visure catastali e la verifica dei redditi.”
“E’ necessario, conclude Gonsalvi, che si arrivi velocemente ad un provvedimento chiaro, che non penalizzi le aziende delle zone disagiate, per evitare un’altra fuga di imprenditori agricoli dalle nostre montagne. Un ulteriore spopolamento metterebbe infatti a rischio la montagna, dove gli imprenditori agricoli sono le sentinelle del territorio e costituiscono un presidio per prevenire il dissesto idrogeologico.”