“Questo non è il nostro islam”. L’italiano è stentato, nonostante gli anni passati a Piacenza, ma il concetto è chiarissimo: una condanna ferma, senza se e senza ma, all’assalto mortale di Parigi messo in atto da tre estremisti che al grido di Allah Akbar hanno massacrato a colpi di kalashnikov chiunque incontrassero sul loro folle percorso all’interno del palazzo, nel cuore della metropoli francese, che ospita la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo. “La strage degli insolenti” titola un quotidiano d’Oltralpe e il riferimento è all’aggressività, all’irriverenza e spesso alla blasemìa con cui le matite taglienti dei disegnatori del Charlie attaccavano istituzioni, politici, religioni. E non solo quella islamica: ci sono prime pagine del settimanale che farebbero accapponare la pelle al più tollerante dei cattolici della domenica. Ma certi musulmani, si sa, non spiccano certo per tolleranza.
E parliamo di “certi” musulmani, non di tutti; benché le reazioni di condanna dal mondo islamico non si può certo dire che abbiano invaso il web. Un silenzio assordante, per molti, tant’è che la madre di tutte le crtiche, in queste ore, riguarda proprio questo aspetto: “Non esistono musulmani moderati” dicono in molti. Una frase che noi abbiamo trasformato in domanda e l’abbiamo girata pari pari a Mohamed Shemis, imam della comunità islamica di Piacenza: esiste un islam moderato e pacifico? “Ma certamente – dice Shemis – e la storia l’ha dimostrato nel corso dei secoli. L’islam ha sempre convissuto con altre religioni in tutto il mondo, e l’ha fatto in pace. I buoni musulmani sono per la pace”. E ancora, rincarando la dose: “Questo non è il nostro Islam – afferma – La violenza, il terrorirismo non ci rappresentano, non rappresentano i musulmani della comunità piacentina e tutti i buoni musulmani”. Shemis va oltre, non si limita a condannare: “Gesti come quello di Parigi, ma anche come altri che si vedono nel mondo, danno un’immagine sbagliata dell’Islam, che invece è pace e fratellanza”. “La nostra comunità – aggiunge – è a Piacenza da anni ed è sempre stata trattata bene dai piacentini come del resto noi abbiamo sempre trattato bene chiunque, grandi e piccoli. Condanniamo ogni forma di terrorismo”.
Intanto “Je suis Charlie” si legge ovunque. La scritta ha invaso il mondo in meno di 24 ore, dall’Australia, all’America, all’Italia passando naturalmente per ogni piazza e ogni angolo di Parigi che ieri ha vissuto una delle pagine più brutte della sua storia di città libera. Su Facebook è nato un gruppo che in poche ore ha raccolto oltre 135mila adesioni e sta pubblicando foto di mobilitazioni in tutto il pianeta.