San Silvestro a Teatro con la Filarmonica Arturo Toscanini

Anche quest’anno la Fondazione Teatri di Piacenza intende festeggiare con la musica l’arrivo del 2015 con il concerto San Silvestro a Teatro mercoledì 31 dicembre alle ore 17 al Teatro Municipale. Un appuntamento ormai entrato nella tradizione del pubblico piacentino che con la sua numerosa presenza dimostra sempre di apprezzarlo. Quest'anno, in particolare, ad allietare le ultime ore del 2014 saranno gli archi, gli ottoni, i fiati e le percussioni della Filarmonica Arturo Toscanini diretta dal Maestro Christopher Franklin in un programma basato sulla musica viennese da decenni sinonimo di “Concerto di Capodanno”. Pare, infatti, che l'usanza del concerto di fine anno (quello con i Valzer) risalga al 1939, quando il direttore austriaco Clemens Krauss decise di celebrare San Silvestro con una scelta delle più note musiche da ballo degli Strauss e da allora la consuetudine non venne mai più abbandonata, oltre a dilagare in almeno ottanta paesi del mondo. Tra cui il nostro.

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Al Municipale la sera di San Silvestro ad aprire le danze sarà l'Ouverture di Ein Morgen, Mittag, und Abend in Wien (Mattino, pomeriggio e sera a Vienna, 1844) di Francesco Ezechiele Ermenegildo cavaliere di Suppé-Demelli, più noto come Franz von Suppé. Nato a Spalato e studente a Verona e Padova, si distinse nei capoluoghi dell'impero austro-ungarico con una trentina di vivaci operette di cui oggi, nonostante i grandi esiti restano vive soltanto le Ouvertures.

Non meno nota agli estimatori del disegno animato è la successiva proposta di questa festa, la Suite da Lo schiaccianoci di Pëtr Il'ič Čajkovskij, portato a compimento nel 1891 come balletto ed eseguito l'anno successivo in concerto. Čajkovskij, durante la composizione delle musiche, compie un viaggio negli Stati Uniti, ma al rientro staziona per qualche giorno a Parigi, dove ha modo di ascoltare bizzarri strumenti giocattolo e, per la prima volta, la celesta: un'esperienza d'ascolto che si riversa in modo determinante nelle scelte timbriche e nell'orchestrazione del balletto, a partire dalla Ouverture, dove – senza rinunciare a una forma classica basata su due temi – sono volutamente omessi gli archi gravi dell'orchestra. Istantaneamente si presenta un mondo ludico, onirico e leggero, che ha una naturale prosecuzione nella Marcia, meccanica ed incisiva come una boîte à musique appena caricata. Alla frenesia del Trépak, danza cosacca, si succedono le evocazioni dell'Arabia (dal tema preso a prestito da una ninna nanna georgiana) e dell'estremo Oriente, con un ricamo puntatissimo di flauti e ottavino. Sempre gli strumentini la fanno da padrone in Mirlitons (Danza degli zufoli), in cui una sapientissima scrittura permette di ottenere l'effetto di un flauto popolare. Conclude la Suite il suadente Valzer dei Fiori, per darci la prova di quanto Čajkovskij concepisse il balletto come una entità dove il suono e il movimento nascono insieme e restano inscindibili.

Nel 1889 Johann Strauss Jr., all'apice della propria carriera, è invitato ad inaugurare la grande sala da concerti Konigsbau a Berlino. Pochi mesi prima avvenne un importante incontro fra l'imperatore austriaco Francesco Giuseppe e quello tedesco Guglielmo II e proprio a questo vuole rendere omaggio Strauss preparando per la circostanza un Valzer intitolato Mano nella Mano; il suo editore Simrock decide invece di intitolarlo Valzer dell'imperatore (Kaiser Walzer). E difatti il brano è sempre sontuoso e trionfante: si apre con una marcia tranquilla, che un solo di violoncello conduce al movimento di danza. Alla tipologia della Polka appartengono invece Eljen a Magyar! (Viva gli ungheresi!), scritto per una tappa a Pest durante un tour a San Pietroburgo e la arcifamosa Pizzicato-polka, scritta a quattro mani con il fratello Josef; mentre la prima si ispira al canto patriottico della Rakoczy-Marsch come aveva fatto Berlioz nella sua Damnation de Faust, la seconda utilizza risorse strumentali piuttosto singolari, anzitutto imponendo al suonatore di strumento ad arco di appoggiarlo per un momento sul leggio. Se il più delle volte la musica ha raccontato la tempesta con tinte impetuose e cupe, quello raffigurato nel Valzer Unter Donner und Blitz (Sotto lampi e tuoni), dimostra come ci si possa eventualmente riparare da un violento temporale approdando in un accogliente appartamento dove è in corso una festa.

Carl Otto Nicolai, oggi troppo poco conosciuto, fu un talentuoso pianista, cantante, compositore e direttore d'orchestra che animò la vita musicale di Berlino a metà del secolo XIX. Forte di una solida formazione tedesca e di un indispensabile perfezionamento in Italia, scrisse un'opera teatrale basata sulle Allegre comari di Windsor di Shakespeare. La pièce rientra nel genere dello Singspiel, che alterna ai numeri musicali dei dialoghi parlati, ma è ricca di spunti tratti dall'opera buffa italiana ed anticipa, benché limitatamente al soggetto e ai personaggi, il Falstaff verdiano.

A concludere la serata sarà invece An der schönen blauen Donau (Sul bel Danubio blu) di Johann Strauss Jr. Un valzer che chiunque conosce, che ci accompagna nei posti più disparati e che inizialmente prevedeva la presenza di un coro maschile, dato che fu commissionato dalla Wiener Männergesang-Verein (società corale maschile) nel 1865. Il testo cantato, tuttavia, non faceva alcuna allusione al fiume ed è ancora un mistero l'origine del suo titolo, la cui più forte somiglianza è con un verso del poema An der Donau di Karl Isidor Beck: «An der schönen blauen Donau liegt mein Dörfchen» (Sul bel Danubio blu sorge il mio villaggio). Ognuno di noi lo ha ascoltato innumerevoli volte, aspettando di riconoscervi le cose più consuete, o magari cercandovi sempre qualcosa di nuovo.

 

 

Per info e biglietti è possibile rivolgersi alla biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza, in via Verdi 41, al numero di telefono 0523.492251 o al fax 0523.320365 o all'indirizzo mail biglietteria@teatripiacenza.it.