Clienti dirottati su un’azienda concorrente con la conseguente perdita di ordini per circa un milione e mezzo di euro. E’ di “turbata libertà dell’industria o del commercio” l’accusa di cui devono rispondere in concorso i cinque imputati nel processo il cui dibattimento si è aperto questa mattina (17 dicembre) davanti al giudice monocratico Gianandrea Bussi. A vedersi improvvisamente sgonfiato il volume d’affari la ditta piacentina Airbank srl, che opera nel campo dello stoccaggio dei rifiuti e che si è costituita parte civile nel processo (avvocati Monica Alpini del foro di Parma e Alfonso Pricolo del foro di Piacenza); al contrario i benefici economici venivano fatti convergere alla società di Mantova Bioecologica srl, operante nello stesso settore merceologico, ossia il commercio all’ingrosso di prodotti per l’igiene e la salvaguardia dell’ambiente, e di prodotti e di sistemi per lo stoccaggio dei rifiuti. Nei guai sono finiti dirigenti e dipendenti della Airbank considerati dall’accusa “infedeli”: in particolare l’ex amministratore delegato e un consigliere d’amministrazione, che detenevano anche delle quote della stessa società, e due ex capi area (tutti si sono dimessi nel 2012) e l’amministratore unico della Bioecologica. In base all’ipotesi accusatoria (piemme Arturo Iacovacci) i cinque avrebbero adottato mezzi fraudolenti per impedire o quanto meno turbare l’esercizio dell’attività produttiva della Airbank, sviando alcuni clienti della stessa in favore della Bioecologica. Avrebbero affermato che le due società, contrariamente al vero, sarebbero state parte di una realtà unica che faceva capo allo stesso gruppo di persone allo scopo di convincere la clientela a dirottare gli ordini verso la società di Mantova. Perdite economiche che la Airbank avrebbe stimato, dal 2010 all’agosto del 2012, in oltre un milione e mezzo di euro anche se sarà il processo a chiarire l’esatto ammontare. Stamattina in aula era presente il pool degli avvocati della difesa (Francesca Cucino, Giovanni Dallera, Sergio Genovesi e Luca Deantoni) e sono stati sentiti i primi testimoni che sono quasi cinquanta.