“Rolleri aveva assicurato che non ci sarebbero stati licenziamenti. E invece siamo già qui a contare le lettere di preavviso”. Riguarda sei lavoratori precari del servizio agricoltura della Provincia di Piacenza il provvedimento, che domani arriverà sulle loro scrivanie. A denunciarlo, in mattinata davanti agli uffici dell’ente al palazzo dell’Agricoltura in via Colombo, i rappresentanti del sindacato Usb: “E’ stato annunciato questa mattina che il contratto di servizio non sarà rinnovato al 31 dicembre. Si tratta di professionalità che lavorano nel Palazzo di via Colombo anche da 13 anni con contratti di servizio”.
Una decisione che è arrivata, a quanto pare, a causa dei tagli previsti dalla legge di Stabilità e che avrà presto altre conseguenze: “Sì, sempre entro il 31 dicembre potrebbero essere lasciati a casa altri 20 lavoratori, che fanno parte degli uffici per l’impiego. Il presidente, a inizio mandato, aveva assicurato che non ci sarebbero stati esuberi. E invece, nascondendosi dietro al fatto che sono dipendenti assunti dalle cooperative, vengono licenziati” ha spiegato Maurizio Lottici dell’Usb.
Ecco le rivendicazioni del sindacato di base: "Il precipitare largamente “annunciato” della situazione delle Province italiane, con l'imminente riduzione di personale e servizi non dichiarata ma ovvia conseguenza dei tagli draconiani di soldi e personale previsti dalla legge si stabilità, evidente segnale di una volontà politica di smantellamento della Pubblica Amministrazione; l'ulteriore drammatica incertezza dei dipendenti impegnati nelle tante materie di competenza non strettamente “provinciale” secondo la legge Delrio di fronte al totale silenzio della Regione Emilia-Romagna; la drammatica, invece, certezza di perdere il posto di lavoro (i primi 10 al 31/12/2014) di oltre 30 lavoratori, ancorchè non dipendenti, “precari” grazie alle sempre più fantasiose forme contrattuali con le quali hanno messo a disposizione nel servizio pubblico, nei lustri, una riconosciuta professionalità".
David Santi, segretario di Rifondazione comunista: "Questa mattina è stato ufficialmente comunicato dalla provincia di Piacenza alla cooperativa nella quale lavorano da ben 14 anni 6 precari del servizio agricoltura, che a far data dal 31/12 c.a. non verrà loro più rinnovato il contratto di esercizio.
Il governo e la provincia delle larghe intese (anche a Piacenza l'amministrazione prov.le retta dal renziano Rolleri scopiazza il medesimo perimetro politico romano) parlano di taglio delle spese e di mobilità del personale, ma in realtà praticano i licenziamenti.
A gennaio andranno a scadenza anche i rapporti di lavoro di un'altra ventina di precari ultradecennali dei servizi per l'impiego mentre per il 50% del personale attualmente provinciale e per quello delegato alla regione si profila la mobilità verso altri enti per i quali non esiste copertura finanziaria e che oltrettutto si trovano nelle condizioni di quasi default.
La Grecia è ormai arrivata in Emilia-Romagna.
Si scaricano sulle famiglie e sui lavoratori le conseguenze di politiche di asservimento all'Europa dei banchieri e degli speculatori e si danneggiano i territori in termini di soppressione dei servizi.
In specifico nell'agricoltura con il drastico, lineare taglio occupazionale si rallenteranno o, addirittura, elimineranno tutte le procedure di assegnazione alle imprese agricole dei finanziamenti europei.
Sino ad oggi l'Emilia-Romagna, in virtù di una pronta capacità di impegno degli stanziamenti comunitari, ha usufruito della ripartizione dei fondi che le altre regioni meno efficienti non riuscivano ad assegnare; ora questi euro si perderanno. Rifondazione comunista sta coi lavoratori e coi precari delle province in difesa del posto di lavoro, in difesa dei servizi alle comunità locali, contro gli sprechi e la mala politica degli amministratori asserviti alla Merkel".
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