Provincia, dipendenti in agitazione: rischiano esuberi e licenziamenti

 I dipendenti della Provincia sono in stato di agitazione a causa del rischio esuberi e licenziamenti.  Questo a causa dell’ultimo emendamento della Legge di Stabilità che prevede che il 50 per cento del personale venga trasferito a Regioni, Comuni e uffici periferici dello Stato. Ma non sono solo i dipendenti fissi a rischiare, perchè la partita si gioca in particolare sui precari, alcuni da anni al lavoro in via Garibaldi potrebbero vedersi non rinnovato il contratto già dal 31 dicembre. E così, dopo l’assemblea sindacale di questa mattina, le sigle Cgil, Cisl e Uil si sono dette molte preoccupate:  “Si rischia il dramma sociale” per Fausto Modenesi della Cgil. “Sono finiti i tempi dei rinvii” ha aggiunto Marco Orlandi della Cisl) e, infine, “basta proclamare solo lo stato di agitazione, è ora di farla davvero, questa agitazione” ha arringato i colleghi Paolo Campioni dell’Usb. Il documento che attesta lo stato di agitazione è poi stato portato al Prefetto, Anna Palombi. 

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PROVINCE, FABBRI (LEGA): “NODI AL PETTINE, RIFORMA È STATA UNA FARSA, È GOLPE CENTRALISTA”

La metà dei dipendenti provinciali rischia la mobilità.  L'articolo 35 di un collegato alla legge di stabilità stabilisce infatti che entro il 31 dicembre prossimo le Province, a copertura delle sole quattro funzioni ritenute di base (strade,edilizia scolastica, ambiente e pianificazione urbanistica), possano avvalersi soltanto del 50 per cento dei dipendenti in pianta organica; tutti gli altri, oggi assegnati ad altre attività in capo all'ente, dovranno essere trasferiti, assieme ai servizi, alla Regione, ai Comuni o ad altre amministrazioni pubbliche. “Vengono al pettine i nodi di una riforma scandalosa – contesta il consigliere regionale leghista Alan Fabbri -. Le Province, al contrario degli annunci di Renzi e Delrio, non saranno abolite né ci sarà alcun risparmio, in
compenso il governo ha generato il caos istituzionale e ha messo a rischio migliaia di posti di lavoro. L’unica cosa che è stata cancellata è stata la democrazia, le Province non sono più, infatti,
enti direttamente eletti dai cittadini”. “E’ in atto un attacco agli enti locali, Renzi si sta rendendo responsabile di un golpe centralista”.