Menù anti-allergie, Confesercenti: ok a tutela consumatori ma basta burocrazia

Dal prossimo 13 dicembre 2014 sarà obbligatorio indicare gli allergeni anche per i prodotti somministrati nei ristoranti, mense e bar con annessa ristorazione. Ciò in virtù del Regolamento europeo 1169 del 2011 che prevede l’obbligo di fornire l’elenco di tutti le sostanze presenti negli alimenti somministrati non preimballati o imballati al momento. Lo Stato italiano aveva però tre anni di tempo per trovare una normativa attuativa tale da garantire la sicurezza del consumatore e nello stesso tempo, ad avviso di Fiepet Confesercenti E.R., non gravare i ristoratori di un ulteriore balzello burocratico. Ciò non è stato fatto, per cui all’avvio del periodo natalizio gli operatori di questo settore si troveranno a dover organizzare quotidianamente, ad ogni variazione di menu, il “bugiardino” informativo per i clienti, pena l’incorrere in possibili pesanti sanzioni. Per il Direttore provinciale Confesercenti Fausto Arzani: “non discutiamo assolutamente circa la volontà di garantire la sicurezza dei nostri consumatori, ci mancherebbe altro, noi siamo i primi che ci guadagniamo dal fatto che i clienti siano soddisfatti e garantiti dalla nostra offerta. Ma non nella forma che la Commissione europea prevede! E’ impensabile che, ad esempio, una trattoria casalinga debba ogni giorno pensare alla comunicazione scritta di alimenti che cambiano di volta in volta proprio perché freschi. Questa norma manca completamente di buon senso! Si privilegia in tal modo il prodotto industriale rispetto a quello fresco. E’ assurdo! Ci chiediamo anche: ma vale poi per tutti o ci sono settori che ne vengono esentati? Per questo chiediamo ai ministeri dello Sviluppo Economico e della Salute di preparare urgentemente un decreto che preveda la possibilità di informare con la massima facilità i clienti. E’ incredibile che nel nostro paese, famoso per la qualità della sua offerta enogastronomica, non si arrivi a garantire adeguatamente la sicurezza dei consumatori e la qualità dei cibi senza inutili e gravosi appesantimenti burocratici”.

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