Proiezione del film del 1973: Il delitto Matteotti

Venerdì 21 novembre al Teatro Filodrammatici alle 21 sarà proiettato il film del 1973: Il delitto Matteotti. Diretto da Florestano Vancini.

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Il delitto Matteotti è un film denso, teso, avvincente, frutto di una puntigliosa ricerca storica a più voci. Diretto da Florestano Vancini nel 1973, ricostruisce il rapimento e l’assassinio del deputato socialista da parte di una squadraccia direttamente collegata alle alte gerarchie fasciste, la crisi politica che ne segue, la definitiva vittoria del fascismo. Il film concentra in due ore le drammatiche vicende che si sviluppano tra il 30 maggio del 1924 e i primi mesi del 1925, dalla denuncia di Matteotti dei brogli e delle violenze fasciste durante la campagna elettorale, al discorso di Mussolini del 3 gennaio ‘25, alle bastonature che riducono all’impotenza gli ultimi antifascisti come Amendola e Gobetti. Franco Nero è un efficace Matteotti, “il Mussolini di Mario Adorf è in assoluto il migliore tra quelli portati sullo schermo” (Morandini). Tra gli altri interpreti: Vittorio de Sica, Riccardo Cucciolla, Damiano Damiani, Renzo Montagnani, Umberto Orsini, Manuela Kusterman, Gastone Moschin.

Florestano Vancini (Ferrara 1926 – Roma 2008) è animato sin dagli esordi dall'amore per il delta del Po, mentre tutta la sua carriera è caratterizzata da interessi storico-politici. Dopo alcuni pregevoli documentari (Alluvione, 1950; Il delta padano 1951; Uomini soli, 1959) esordisce nel lungometraggio con La lunga notte del '43 (1960, da un racconto di Bassani, premiato a Venezia quale migliore opera prima). Tra i film di questo periodo, che coniugano osservazione realistica e impegno: La banda Casaroli (1962); Le stagioni del nostro amore (1965, vincitore al Festival di Berlino del 1966); Bronte. Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato (1972), che denuncia la spietatezza dei 'liberatori', guidati da Nino Bixio, nella repressione delle rivolte contadine in Sicilia. Il successivo Il delitto Matteotti (1973) conferma la vocazione all’impegno storico-politico di Vancini. Piuttosto lontani dall'asciutto impianto delle opere precedenti, Amore amaro (1974) e Un dramma borghese (1979). Vancini si dedica anche alla televisione (La piovra 2, 1986; Piazza di Spagna, 1993; Ferrara, 1995).Torna al cinema dopo 21 anni con E ridendo l'uccise (2005),  suo ultimo film, ambientato nella Ferrara cinquecentesca degli Estensi.