Sono iniziate questa mattina (venerdì 21 novembre) le operazioni di svaso della diga di Mignano sul fiume Arda, che come sempre è gestita dal Consorzio di Bonifica.
Un'operazione che non è stata priva di polemiche perché era prevista la morte di migliaia di pesci travolti dall'ondata di piena, iniziata intorno alle 10. Lo scorso anno gli ambientalisti e le associazioni di pescatori denunciarono l'accaduto durante questa attività a Mignano e sul Molato, con chilometri e chilometri di alveo ricoperti di fango, la distruzione della fauna e la chiusura dell’acquedotto di Trevozzo a causa dell’inquinamento dell’acqua.
Anche stamattina, a Mignano, c'è stata mobilitazione: pescatori e attivisti che dalle rive dell'Arda in piena, armati di retini, guanti, sacchi e quant'altro, hanno tentato di salvare più pesci possibile che verranno poi trasbordati in alcuni vasconi in attesa di essere di nuovo liberati. Un gesto più che altro simbolico visto che i pescatori non hanno certo la pretesa di riuscire a salvare tutti i pesci della diga; un gesto, tuttavia, che cerca di porre l'attenzione su un'azione che gli ambientalisti giudicano assurda.
E alla fine è stato davvero esiguo il recupero da parte dei volontari. Un po' perché la potenza dell'acqua fuoriuscita dalla diga è stata tale che difficilmente i pesci avrebbero potuto salvarsi, almeno nella prima ora di svaso. Poi sono stati pochissimi gli animali salvati, perché il grande flusso delle acque li ha portati molto più a valle, per la felicità di decine di pescatori "improvvisati", che con retini di fortuna e bacinelle hanno raccolto quel ben di dio gratuitamente: alborelle, carassi, barbi, cavedani, carpe e qualche gambero, questo il bottino di coloro che, saputo dello svaso, si sono dati appuntamento lungo l'Arda, dalla diga alle porte di Lugagnano, per recuperare i pesci. Delusi, invece, i volontari delle associazioni di pescatori, che speravano di portare in salvo più esemplari e che hanno anche lamentato il "taglio" netto del rimborso da parte del Consorzio di Bonifica: "Prima erano 100 euro, poi, senza avvisarci, sono diventati 60. Ma noi, per essere qui a fare un'operazione non semplice, perdiamo l'intera giornata al lavoro".