Capire l'esatta dinamica della caduta di Daniela Puddu, morta dopo essere precipitata dal terzo piano della sua abitazione. Era questo l'obiettivo della perizia cinematica disposta dalla procura che si è svolta questa mattina (19 novembre) in via Illica a Fiorenzuola (Piacenza), nella palazzina delle case popolari dove la 37enne viveva. È lì che il 14 giugno scorso si consumò il delitto per il quale è in carcere l'ex convivente Dario Rizzotto, originario di Salemi, accusato di omicidio doloso. Secondo l'ipotesi formulata dal piemme Roberto Fontana, che non ha mai creduto all'ipotesi di suicidio, sarebbe stato proprio Rizzotto non solo a spingere, ma addirittura a "defenestrare" letteralmente la compagna fuori dalla finestra della camera da letto al culmine di una lite furibonda per motivi di gelosia. Si trattava di una consulenza importante nell'ambito di queste indagini, per la quale in prima battuta sembrava si dovesse procedere anche a una prova con la caduta di un manichino dalla finestra per verificare il moto del corpo. I medici legali Antonio Osculati e Rosanna Pulerà, entrati nell'abitazione insieme con alcuni collaboratori, con l'avvocato Mara Tutone (parte civile per la sorella di Daniele Puddu) e con un carabiniere del Nucleo operativo di Fiorenzuola, hanno proceduto a una serie di misurazioni intorno alla finestra dalla quale cadde la povera Daniela. Lo scopo è capire come la donna sarebbe caduta: secondo la procura la stessa posizione in cui venne ritrovato il cadavere, girato con il capo verso il muro della casa è incompatibile con una caduta volontaria. Le operazioni sono durate circa un'ora.