Pollastri (FI): “No a Caorso cimitero radioattivo d’Italia”

“Il pericolo esiste: l’accordo tra Italia e Francia, infatti, prevede che le barre di combustibile irraggiato di Caorso, trasportate negli scorsi anni nell’impianto di riprocessamento di La Hague, debbano rientrare in Italia entro il 2020. Il problema è dove, visto che il nostro Paese non dispone di un deposito nazionale per le scorie radioattive riprocessate.” Questa la preoccupazione che esprime il consigliere regionale di Forza Italia, Andrea Pollastri, che spiega: “In base al decreto del Ministero delle Attività Produttive 2 dicembre 2004 pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale del 14 gennaio 2005 (il cosiddetto "decreto Marzano"), all'accordo inter-governativo fra Italia e Francia e al contratto firmato successivamente tra SOGIN e Areva, le 1.032 barre di combustibile irraggiato della centrale nucleare di Caorso sono state trasportate via ferrovia all'impianto di riprocessamento di La Hague in Francia, con l'ultimo carico partito il 20 giugno del 2010. Sogin ha, pertanto, concluso le attività di allontanamento in Francia degli elementi di combustibile irraggiato che erano stoccati nella piscina dell’edificio reattore di Caorso, iniziate nel dicembre 2007.”

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“Ma – continua Pollastri – considerando che la centrale è dotata di depositi per i rifiuti prodotti dall’esercizio dell’impianto e per quelli derivanti dalle operazioni di bonifica ambientale della centrale stessa, la preoccupazione concreta è che Caorso si trasformi, per colpa della crisi economica e per l’inerzia di una classe dirigente nazionale, in un deposito di scorie radioattive. Ecco perché è importante che la Regione si attivi immediatamente per spingere Sogin e il Governo Italiano a progettare un deposito nazionale sicuro. I cittadini di Caorso, della Bassa Piacentina e dell’intero territorio provinciale di Piacenza, dal 1970 ad oggi, hanno già dato la loro massima disponibilità, pazienza e fiducia. Ora basta! E’ necessario lavorare fin da subito per scongiurare la trasformazione di Caorso in un deposito “naturale” di scorie radioattive. E in tal senso mi impegnerò fattivamente.”