Oltre un milione di euro in beni e denaro che appartenevano ad aziende in difficoltà economiche alle quali, secondo gli inquirenti, si rivolgevano con la promessa di risollevarle, di risanarle e che invece spremevano per riuscire ad accaparrarsi tutto ciò che si poteva prima di abbandonarle al loro destino. E' in sintesi il quadro che emerge dagli esiti di una complessa indagine condotta dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza piacentina; indagine che ha portato all'arresto di due piacentini ora sotto accusa per truffa e bancarotta fraudolenta. Altre tre persone sono finite nel registro degli indagati sempre nell'ambito della stessa indagine di cui i militari delle Fiamme gialle hanno reso noti gli estremi. Gli indagati sono un 68enne e un 64enne già coinvolti in una bancarotta i cui strascichi giudiziari sono ancora in corso. Attualmente sono agli arresti domiciliari su disposizione del giudice per le indagini preliminari che ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare chiesta dalla Procura in base agli elementi raccolti dai finanzieri. Al vaglio dei militari sono finite diverse crisi aziendali, tutte in qualche modo riferibili ai due indagati che a quanto pare costituivano società di diritto inglese allo scopo di assumere il controllo delle aziende in difficoltà. Lo scopo, secondo gli inquirenti, era spolparle di tutto ciò che ancora era nella disponibilità delle aziende stesse prima che fallissero.