«Anche se nessuno lo dice, in Emilia-Romagna si vota il 23 novembre perché il presidente della Regione Vasco Errani del Pd è stato condannato. E non per un atto politico ma per aver favorito la cooperativa del fratello». Ci tiene a chiarire subito il contesto di questa tornata elettorale, Tommaso Foti. E lo fa, come sempre, senza troppi peli sulla lingua in un contesto ufficiale: la presentazione, oggi in Comune, dei quattro candidati piacentini di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale in Consiglio regionale a sostegno della candidatura alla presidenza di Alan Fabbri, sindaco di Bondeno, come successore proprio di Vasco Errani.
I candidati, oltre all’ex deputato Tommaso Foti, sono Edoarda Ghizzoni, Anna Gregori e Giancarlo Tagliaferri. Ospite d’onore alla conferenza stampa di presentazione era Viviana Beccalossi, ex parlamentare e oggi assessore regionale della Lombardia con delega al Territorio, all’Urbanistica e alla Difesa del suolo. E proprio dalla Beccalossi sono arrivate parole di entusiasmo per il lavoro svolto da Fratelli d’Italia a Piacenza «grazie al peso politico e all’impegno, lasciatemelo dire, di persone come Tommaso Foti». «Pur essendo nato da poco – ha aggiunto – il nostro partito rappresenta la vera alternativa al centrosinistra in questo contesto elettorale particolarmente difficile, dove ai candidati è richiesto il contatto diretto e costante con le persone del territorio». Un centrosinistra – prosegue la Beccalossi, con una metafora teatrale – che oggi come oggi sta tentando di occupare tutta la scena recitando ogni parte disponibile, dalla maggioranza all’opposizione passando per l’area critica; un centrosinistra che sta utilizzando i nostri temi per raccogliere consensi con l’appoggio del sindacato. «Basti pensare – aggiunge l’assessora regionale – che quando io e Tommaso eravamo in Parlamento e abbiamo osato mettere in discussione l’articolo 18 siamo stati quasi linciati. Oggi l’aria è cambiata».
Un’aria che però resta viziata, secondo Tommaso Foti. Il quale, in apertura di intervento, dopo aver accennato al motivo di queste elezioni anticipate (Errani condannato) commenta il fatto del giorno e cioè l’avviso di chiusura indagini notificato ai consiglieri regionali (piacentini compresi) per le cosiddette “spese pazze”. «L’avevo detto e scritto tre mesi fa, in tempi non sospetti – dice Foti – che questa campagna elettorale si sarebbe conclusa dagli avvisi di garanzia ai consiglieri, e così è stato. Naturalmente non entro nel merito della questione e auguro alle persone coinvolte di riuscire a uscirne a testa alta ma resta il dato della conseguenza che questa indagine della magistratura avrà sulle elezioni regionali che si terranno tra meno di due settimane. E la conseguenza è che i cittadini avranno sempre meno voglia di andare a votare. Questo è il mio timore». Secondo il candidato di Fratelli d’Italia c’è il rischio che i fatti di cronaca legati all’indagine mettano in secondo piano i messaggi politici, «proprio ora che invece servirebbe più partecipazione e consapevolezza». E ciò perché, sostiene Tommaso Foti, l’unico vero obiettivo è quello di «smantellare il potere rosso in Emilia Romagna». Un obiettivo che a quanto pare non è tenuto in adeguata considerazione da alcuni alleati della coalizione di centrodestra, «più preoccupati – dice Foti – di combattere all’interno piuttosto che all’esterno». Il tema più importante, da non perdere mai di vista, nemmeno nelle urne, è un dato di fatto, secondo l’ex deputato: «L’Emilia-Romagna per Piacenza è matrigna e non madre. Siamo da sempre considerati l’ultima provincia dell’impero». Una tendenza che va invertita votando chi può fare vera e forte opposizione in consiglio regionale e cioè, dice Foti, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.