Terzo appuntamento, sabato 8 novembre alle 17 nel salone monumentale della biblioteca Passerini Landi, della rassegna “Il linguaggio dimenticato: mito, sogno, arte, fiaba”. Nel corso dell’incontro, Giulia Cremaschi Trovesi, musicoterapeuta, caposcuola e fondatrice della Musicoterapia umanistica e dell'educazione/pedagogia musicale, parlerà di come all'origine della scrittura e della narrazione vi siano suoni, gesti, forme e colori. Per la relatrice, autrice de “Il grembo materno: la prima orchestra” (Armando, 2013) esiste una stretta correlazione fra filogenesi – l'evoluzione della specie umana durata centinaia di migliaia di anni – e l'ontogenesi – lo sviluppo della persona. Questa relazione, che ha fortissime implicazioni in campo pedagogico, può, in particolare, farci capire il valore delle parole e dei segni della scrittura che utilizziamo tuttora. La prassi attuale considera le parole come codici che si imparano a memoria e si scrivono con segni convenzionali utilizzati in modo meccanico. Ma le parole non sono etichette. La storia dell'umanità insegna che le parole sono frutto della relazione uomo-mondo nella lotta, ora per ora, per la sopravvivenza. Ogni segno (per noi lettera dell'alfabeto) rappresenta vissuti millenari e porta in sé trasformazioni magiche.
Giulia Cremaschi Trovesi si domanda: perché la società, da secoli, ha dimenticato tutto questo e sottopone i bambini ad un apprendimento scolastico sempre più analitico, schematico, invece che far maturare il pensiero attraverso esperienze? Perché, da secoli, lo studio è impegno e il gioco è soltanto svago? La relazione gesto, suono, segno è la scoperta del percorso dalla realtà del fare all'astrazione, per giungere infine alla scrittura. E' possibile compiere questa scoperta con gioia.
Proseguono inoltre, fino al 22 novembre le due mostre, visitabili entrambe negli orari di apertura della biblioteca. La prima propone un ciclo di pitture su carta, esposte nel salone monumentale, a cura di Silvia Papi e dedicato all’illustrazione della fiaba “La ragazza mela”, trascritta da Italo Calvino. La seconda, allestita nel corridoio di ingresso della biblioteca, è dedicata al mondo della fiaba popolare con una ricca panoramica di illustrazioni estratte dai libri di fiabe per bambini.