“Posso capire che elettoralmente annunciare erogazioni di soldi a pioggia a poche settimane dal voto possa funzionare da un punto di vista propagandistico, ma qui stiamo parlando della cura del territorio in cui viviamo e, soprattutto, di danni a volte irreparabili per aziende e persone. Bisogna quindi uscire dal circolo vizioso danno-emergenza-contributo (spesso insufficiente), per passare a un atteggiamento di prevenzione e cura costante per il nostro territorio”. Lo sostiene il consigliere regionale di Forza Italia, Andrea Pollastri, che oggi ha preso parte alla Commissione Affari Generali della Regione Emilia-Romagna, dove era in discussione la Delibera di Giunta per lo stanziamento di 5milioni di euro per l’emergenza alluvioni 2014.
“E’ ovvio – ha affermato Pollastri in Commissione – che non si possa essere contrari a stanziamenti di fondi per aziende, Enti locali e privati, ma è altrettanto chiaro che continuare a rincorrere i danni invece di prevenirli non è una pratica lungimirante e da buon amministratore. Con questa Delibera oggi si tolgono 3milioni di euro all’Arpa, Agenzia regionale di Protezione Ambientale, per spostarli su contributi a pioggia per l’emergenza: investire prima almeno quei 3 milioni sulla prevenzione avrebbe forse evitato più di qualcuno dei danni che oggi i territori sono costretti a fronteggiare. Senza considerare, poi, che questi finanziamenti – se e quando arrivano, a causa della lentezze burocratiche – risultano sempre insufficienti per coprire gli effettivi danni causati dalle calamità atmosferiche”.
“Una volta rieletto in consiglio regionale – ha concluso il candidato di Forza Italia – presenterò immediatamente una proposta di legge che avvii un serio programma di prevenzione del dissesto idrogeologico, attraverso, da un lato, l’individuazione nelle zone più a rischio degli interventi prioritari da attivare con procedure urgenti e semplificate e, dall’altro, la realizzazione di una vera e propria operazione sicurezza fatta attraverso opere di bonifica, di irrigazione, di cura e tutela del suolo, grazie al coinvolgimento di agricoltori e imprese agroindustriali, a partire da quelle di montagna, che sono le prime sentinelle del territorio”.