Era andata a notificare alla ditta un invito di intimazione, così come aveva fatto centinaia di volte. Per tutta risposta però sarebbe stata minacciata, insultata, presa per il collo e poi chiusa in un ufficio dai due titolari di un'azienda della Valdarda. E' la drammatica esperienza vissuta da un ufficiale di riscossione di Equitalia. Per i due imputati, due fratelli di 44 e 35 anni, le accuse sono pesantissime: ingiuria, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e sequestro di persona. La vicenda risale alla fine di gennaio del 2013 ed è ormai arrivata alle battute conclusive in tribunale davanti al giudice Giuseppe Bersani.
In base alla ricostruzione dell'accaduto, quel giorno l'ufficiale si era recata alla ditta per notificare un invito di intimazione. Una volta qualificatasi però la donna sarebbe stata accolta dalle imprecazioni del 44enne titolare dell'azienda, il quale avrebbe impugnato un bastone di circa due metri brandendolo sopra la sua testa e sbattendolo su una scrivania. In quel frangente l'uomo si sarebbe anche impossessato degli atti dell'ufficiale. Una reazione a dir poco rabbiosa alla quale sarebbe seguita quella del fratello che, entrando nel locale, avrebbe rincarato la dose insultando la donna, rompendo una porta a vetri e chiudendo la porta dell'ufficio a chiave. Non contento l'avrebbe addirittura afferrata per il collo impedendole di respirare. Solo l'intervento della madre avrebbe posto fine a quegli attimi di terrore e alla donna di allontanarsi. Il piemme che ha seguito le indagini è Roberto Fontana.