Artigianato in crisi, in un anno chiuse 167 imprese: 93 sono nell’edilizia

Se, fino al 2011, la consistenza del settore artigiano a Piacenza si era mantenuta oscillante nell’intorno delle 9.300 imprese registrate, con il 2012 è iniziata una discesa che, a settembre 2014, ne ha portato il numero a 8.650 unità. Complessivamente la riduzione, in termini percentuali, ha segnato un -1,9% (mentre si è fermata al -1% nel totale delle imprese).

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Tra il settembre 2013 ed il settembre 2014 la perdita si è attestata a 167 realtà imprenditoriali. A determinare questo valore hanno contribuito le costruzioni (-93 ditte), i trasporti (-34 ditte) e le attività manifatturiere (-31 ditte).

In questo comparto i segnali positivi sono stati davvero flebili perché limitati al settore del noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (+6 imprese) e quindi all’insieme delle attività immobiliari da un lato e delle attività professionali scientifiche e tecniche dall’altro che hanno acquisito 1 unità per ciascuno.

Il 45,5% degli artigiani piacentini è da ricondurre, in questo momento, alle attività legate all’edilizia. La situazione è abbastanza generalizzata anche nelle province vicine: si va da incidenze del 42,3% di Parma al 49,9% di Reggio Emilia.

Le iscrizioni di nuove imprese artigiane avvenute nel corso dei primi 9 mesi del 2014 sono 413 mentre le cessazioni (incluse quelle d’ufficio) sono arrivate a 507. Ancora una volta il settore che accumula il numero maggiore di nuove aperture è quello delle costruzioni (che allo stesso tempo accentra anche le chiusure).

Le imprese straniere rappresentano il 19,6% del complesso artigiano mentre quelle femminili ne spiegano il 14,2%. Le imprese artigiane definite giovanili sono invece il 10,8% del totale. Se gli stessi rapporti sono invece calcolati con riferimento all’intero complesso delle imprese registrate a Piacenza si osserva che le imprese straniere ne rappresentano il 10%, le imprese femminili il 21% e le imprese giovanili l’8,1%.

Se ne può ricavare che l’ambito artigiano sembra avere più interesse per gli stranieri ed i giovani che non per le donne. E ciò non può non essere legato alla specializzazione nell’edilizia che il comparto evidenzia.