Il gioco d’azzardo in Italia è un business impressionante, da miliardi di euro. E parliamo di quello legalizzato, dei cosiddetti videopoker installati nei bar o nelle salegiochi. Solo a Piacenza nel 2013 sono stati spesi oltre 300 milioni di euro il che significa una spesa media di quasi 1.400 euro a testa ogni anno, considerando anche i neonati (che naturalmente non giocano, quindi la spesa pro-capite effettiva è ben più alta). Una piaga sociale che ha fatto drizzare le antenne a molti e che ha portato al riconoscimento ufficiale di quella che oggi viene definita ludopatia ovvero la dipendenza patologica dal gioco d’azzardo. Le iniziative per contrastarla sono spuntate come funghi. I risultati? Come purtroppo spesso capita in Italia, non ve n’è traccia. La Regione Emilia-Romagna non più tardi della scorsa primavera ha presentato in pompa magna una serie di norme per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio di dipendenza da gioco d’azzardo approvate lo scorso anno ma a tutt’oggi di alcune di queste norme, tra quelle più “d’effetto”, «non vi è traccia di piena applicazione». A denunciarlo è l’ex parlamentare Tommaso Foti di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, candidato alle Regionali del prossimo 23 novembre. «E’ inutile che la Regione approvi norme giusto per lavarsi la coscienza – dice – se poi non vi dà attuazione». Ed entra nello specifico parlando del tanto pubblicizzato marchio “Slot freE-R”: «E’ stato istituito dalla Regione Emilia-Romagna – spiega Foti – e la stessa Regione dovrebbe rilasciarlo ai titolari di esercizi commerciali e ai gestori di circoli privati e di altri luoghi di intrattenimento che scelgono di non installare apparecchiature per il gioco d’azzardo come slot o videopoker. Ad oggi, però, di questo marchio non c’è traccia nei tanti locali che hanno fatto la meritoria scelta di non installare». Ma c’è di più: «Nonostante sia espressamente previsto dalla legge regionale – prosegue il candidato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale -, non è dato sapere se i Comuni abbiano istituito l’elenco degli esercizi in possesso del marchio Slot freE-R e come lo stesso possa essere consultato dai cittadini».
Molto fumo, dunque, ma dell’arrosto nemmeno l’ombra, dice Tommaso Foti: «Siamo alle solite: quando c’è da fare vetrina e passerella mostrandosi attenti a problemi drammatici come quello della ludopatia, sono tutti in prima fila; salvo poi dimenticarsi far seguire i fatti alle parole. Tutti bravi a fare proclami ma quando si tratta di contrastare con mezzi anche simbolici, ma comunque efficaci, una patologia devastante per tantissime famiglie, si nasconde la testa sotto la sabbia. Che poi sia proprio la Regione a fare lo struzzo è tanto grave quanto ripugnante».