Una nuova perizia psichiatrica su Adriano Casella, il 39enne accusato dell'omicidio del padre Adriano a Sariano di Gropparello nel luglio 2013, ucciso con una pistola per ammazzare gli animali. A richiederla, nel giorno di apertura del processo dinnanzi alla Corte di Assise, il piemme Antonio Colonna con la collega Ornella Chicca. A loro avviso quella precedente, che configurava l'incapacità di volere dell'imputato, "è statica e carente – ha detto Colonna – è stata fatta in un momento particolare. Quella perizia non poteva cogliere i continui cambi di versione di Casella che si desumono dalle intercettazioni telefoniche. Adriano Casella ha mentito volutamente per sviare le indagini". Chiara l'intenzione della procura di sovvertire l'ipotesi di infermità mentale su cui invece punta la difesa. Alla richiesta di nuova perizia si è però opposta la difesa rappresentata dall'avvocato Francesca Cotani del foro di Milano: "Fin da quando era alunno a scuola, a Casella era stato diagnosticato un ritardo cognitivo intellettivo tanto che ebbe bisogno di un insegnante di sostegno. A 18 anni fu anche riformato dal servizio di leva" ha ravvisato il legale. La Corte, presieduta da Italo Ghitti (giudice a latere Maurizio Boselli più i sei giudici popolari con le due riserve), si è riservata e ha rinviato il processo a martedì 14 ottobre quando verranno ascoltati i primi testi, i carabinieri di Gropparello e del Nucleo operativo di Fiorenzuola che hanno eseguito le indagini.
Nel procedimento è imputata anche la sorella di Casella, Isabella, accusata di occultamento di cadavere e difesa dall'avvocato Andrea Bazzani.
In apertura di dibattimento Colonna aveva presentato questo processo come "l'esame del fatto più grave di sempre e ovunque, il parricidio". Il piemme ha proseguito: "L'omicidio del padre è la cosa più grave che esiste. Lo stesso Cicerone in tempi antichi chiedeva perché non fosse stata prevista una pena più grave rispetto agli altri omicidi". Come spesso accade in Corte d'assise in aula sono stati predisposti anche due televisori a disposizione dei giudici. Nelle prossime udienze potrebbero infatti essere proiettati dei video relativi alle indagini e al ritrovamento nei boschi del cadavere di Francesco Casella.