Botte all’automobilista, nuovi guai per il presunto omicida di Daniela Puddu

Due anni di reclusione per aver preso a calci e pugni un automobilista in mezzo alla strada facendogli perdere conoscenza. Nuovi guai per Dario Rizzotto, il 35enne trapanese che già si trova in carcere accusato dell’omicidio della ex convivente Daniela Puddu avvenuto a giugno a Fiorenzuola. È infatti diventata definitiva la sentenza nei suoi confronti dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dal suo legale Maria Elena Concarotti a seguito della condanna in Appello.

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I fatti processuali si erano svolti la sera dell'11 ottobre 2006 alla rotonda tra via Anguissola e via 21 Aprile. Rizzotto si avvicinò all'auto di un piacentino iniziando a battere i pugni sul finestrino. L'automobilista credeva che il giovane volesse chiedergli un'informazione ed invece senza preavviso iniziò a colpire con calci l'automobile della persona urlando che l'uomo stava per andargli addosso. Quando l’automobilista incredulo scese dal mezzo si vide sferrare un pugno in faccia che lo fece cadere a terra incosciente. Mentre era a terra venne colpito anche con un calcio. Solo l'intervento dei carabinieri chiamati da alcuni testimoni evitarono ulteriori danni e fermarono Rizzotto. Il ferito si recò al pronto soccorso dove gli venne diagnosticato una frattura dello zigomo. Non solo. Quasi due mesi dopo inoltre fu costretto a ricorrere ancora alle cure dell'ospedale poiché gli venne individuato un trauma cranico interno. In primo grado era arrivata la condanna a tre anni per lesioni gravi, poi ridotta in Appello a due. Oggi quella sentenza è diventata definitiva.

Nel frattempo sul fronte del caso dell’omicidio Puddu, la procura vuole vederci chiaro sulla dinamica della caduta della donna dalla finestra della sua abitazione in via Illica. Il piemme Roberto Fontana ha disposto che venga eseguita una perizia cinematica (incarichi conferiti a Antonio Osculati e Rosanna Pulerà) per chiarire la dinamica della caduta e una ulteriore prova sul dna (incarico conferito al dottor Carlo Previderé).