La morte di Luca scuote l’Italia: domani camera ardente in caserma

AGGIORNAMENTO ORE 19 – Da domani 1° ottobre, dalle ore 11.00 presso la Caserma “Paride Biselli” sede del Comando Provinciale Carabinieri di Piacenza – Viale Beverora, 54, sarà allestita la camera ardente. Il giorno successivo la camera ardente sarà aperta dalle ore 9.

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Il funerale dell’Appuntato Luca DI PIETRA, deceduto ieri tragicamente a Castel San Giovanni (PC) durante l’inseguimento di un’autovettura sospetta si terrà giovedì pomeriggio alle 15.30, nella Chiesa di San Mario e San Giovanni Battista di Vigolzone (PC) in via Roma n. 67.

Il rito funebre sarà officiato dall’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia S. E.  Monsignor Santo Marcianò, dal Cappellano Militare della Legione Carabinieri Emilia Romagna, don Giuseppe Grigolon unitamente al parroco Don Piero Lezoli, La salma sarà tumulata nel Cimitero di Pieve di Revigozzo del comune di Bettola (PC), ove viveva e dove aveva conosciuto la sua compagna, con cui aveva avuto i due bambini. Per quanto attiene l’altro militare, i sanitari dell’Ospedale San Raffaele di Milano riferiscono che l’Appuntato Scelto Massimo BANCI, sembrerebbe rispondere positivamente alle cure e gli ultimi esami clinici non evidenziano peggioramenti del suo stato.

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Una tragedia che ha scosso l’Italia intera, dalle più alte cariche dello Stato all’ultimo cittadino comune. Per tutta la giornata di ieri e ancora oggi, arrivano in redazione messaggi di cordoglio e attestazioni di stima per la giovane vittima di un mestiere pericoloso, difficile, subdolo come solo può esserlo il lavoro in strada nel tentativo di difendere la collettività dai criminali. Luca Di Pietra, 39 anni, marito e papà di due splendidi bambini (che adorava, a detta di tutti), è morto ieri a mezzogiorno a Castelsangiovanni schiantandosi con la Fiat Bravo dell’Arma dei carabinieri contro un tir parcheggiato in attesa di entrare nel deposito di Amazon. Appuntato di origine romana, nel Piacentino da 16 anni, residente a Vigolzone, aveva lavorato a Rivergaro e a Bobbio e di recente – un paio di settimane – era approdato all’Aliquota radiomobile della Compagnia carabinieri di Piacenza. Guidava le “gazzelle” e si occupava di controllo del territorio, per intenderci. Ieri era insieme all’appuntato Massimo Banci, 46 anni, al Radiomobile da una vita, tra i carabinieri più esperti di lavoro sulla strada. Avevano intercettato un’Audi sospetta, forse rubata, il cui conducente non si era fermato all’alt e si erano messi all’inseguimento. Una Fiat Bravo aveva poche speranze contro un’Audi di grossa cilindrata – come si sottolinea questa mattina in un blog vicino alle forze di polizia, http://paroleingiaccablu.wordpress.com – e già questo dovrebbe essere un motivo di riflessione per chi decide dotazioni ed equipaggiamenti da assegnare ai tutori dell’ordine. Ma tant’è, l’inseguimento è durato poco: una tragica sbandata e lo scontro fatale contro la parte posteriore del Tir: lo spigolo del cassone era proprio ad altezza parabrezza e per il conducente non c’è stato nulla da fare, è morto sul colpo. L’altro carabiniere è ferito in modo molto grave ed è tuttora ricoverato al San Raffaele di Milano. Questa mattina, dopo una serie di interventi, le sue condizioni sembravano stabilizzate.

 

Una tragedia che ha scosso tutti, dunque. Ieri sera è arrivato a Piacenza il comandante generale dell’Arma Leonardo Gallittelli che ha reso omaggio alla salma della vittima per poi visitare i suoi famigliari: la vedova Alessandra Barbieri è originaria di Bettola, molto conosciuta in paese, sorella dell’assessore Elisa Barbieri. Il generale si è poi spostato a San Giorgio per confortare i parenti di Massimo Banci, l’appuntato ferito.

In serata sono arrivati i messaggi dei vertici istituzionali: il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha speso parole toccanti per rendere omaggio al sacrificio di questo ragazzo impegnato nella difesa del territorio e della collettività. E sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano che ci tenuto a testimoniare la sua vicinanza personale anche ai famigliari del carabinieri tuttora in ospedale. Infine il capo di Stato maggiore dell’Esercito, il generale Claudio Graziano, ha espresso profondo dolore definendo “fratelli” i carabinieri colpiti al cuore da una tragedia che lascerà un segno profondo e stimolerà riflessioni su un servizio – quello in strada – troppo spesso dato per scontato e sottovalutato per i rischi costantemente in agguato.