“Non rubiamo la merenda ai bambini”. Più frutta, anche da portare a casa

 “Non stiamo rubando la merenda ai bambini”. E’ stato chiaro l’intento dell’amministrazione comunale, dopo le polemiche sollevate nei giorni scorsi, nel ribadire che la razionalizzazione delle merendine nelle scuole dell’infanzia non coincide con il voler penalizzare l’alimentazione degli stessi piccoli studenti piacentini. Anzi, con una novità introdotta proprio per sopperire la mancanza, verrà aumentata la frutta, a metà mattina, che rimarrà nella disponibilità dei bambini e potrà essere consumata al pomeriggio o, addirittura, portata a casa. In più, sia sindaco di assessora, hanno tenuto a precisare che a Piacenza, da sempre, nonostante un aumento considerevole di morosità da parte dei genitori in difficoltà (pari al 13%, circa 400mila euro l'anno), nessun bambino rimarrà senza cibo in mensa. 

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Alla conferenza stampa in mattinata (lunedì 22 settembre), alla scuola materna Rodari di via Carella e alla presenza dell’assessora alle Politiche Giovanili e Scolastiche Giulia Piroli  e del sindaco Paolo Dosi e di fronte ai dirigenti scolastici degli istituti interessati, è stata fatta chiarezza sul rinnovato servizio di refezione scolastica. 

Al sindaco il compito, prima di tutto, di rispondere alle polemiche del centrodestra, che aveva accusato il Comune di “rubare la merenda ai bambini”. Così Dosi ha detto che il tema merita “una riflessione corretta per non perdere l’importanza sulla centralità del sistema di refezione, che ha acquistato negli anni un livello di altissima qualità. Tanto che a livello nazionale le mense piacentine sono diventate un modello. Anche l'Azienda sanitaria, circa un anno e mezzo fa ha scelto di collaborare con il Centro pasti e poter avere una qualità adeguata”. Premesso questo è poi entrato nella questione: “Non vogliamo penalizzare nessuno ma trasformare il servizio su una specifica sezione del percorso che aveva presentato criticità, con dei correttivi. Vogliamo mantenere attenzione verso i bambini e le famiglie, quindi siamo sempre pronti alle loro segnalazioni, qualora il servizio non fosse all'altezza”. 

Ancora più precisa l’assessora Giulia Piroli: “I prodotti serviti sono per il 70% di produttori del territorio e biologici. Non ci sono preparazioni risalenti al giorno precedente. Inoltre sono presenti  cucine all'interno dei plessi, che abbiamo voluto mantenere perché le stesse cuoche sono importanti per il rapporto con i gusti degli studenti”. Questa la premessa. In seguito Piroli ha risposto alle accuse: “Le merendine, che venivano distribuite al pomeriggio perché prima tutte le scuole finivano l’attività alle 18, da qualche anno venivano sprecate, per il 50%. Così, senza toccare le tariffe, a parte un piccolo adeguamento Istat da 1 a 4 centesimi a pasto, abbiamo deciso di aumentare la frutta, a metà mattina, che rimarrà poi ai piccoli sia per il pomeriggio, oppure potranno portarla a casa”. Sempre in risposta alle polemiche, poi, ha chiarito che “le merende confezionate non sono mai state distribuite, come detto in consiglio comunale. Nella scuola d'infanzia piacentine, dalle 15.30, è sempre stato distribuito cibo sano, come pane e olio, pane e cioccolata, latte e biscotti, in alcune occasioni frutta, yogurt o torte cucinate dalle stesse cuoche”. 

Altre novità che verrà introdotta nel sistema di refezione delle mense della scuola dell’infanzia, riguarderà la rotazione del menù, che non varietà più su sei settimane ma su quattro. “Anche questo – ha sottolineato l’assessora – per razionalizzare il cibo. Così come l’eliminazione del bis. Molti bambini prendevano due primi e non mangiavano i secondi. In questo modo vogliamo incentivare una alimentazione più completa secondo le tabelle dietetiche previste”. 

Infine è stata fissata la data di convocazione della Commissione mensa plenaria, che sarà prevista per il prossimo 3 di ottobre. 

IN DETTAGLIO LE NOVITA' SUL SISTEMA REFEZIONE

– Le sempre minori risorse a disposizione dell’Ente impongono scelte di revisione della spesa che l'Amministrazione sta comunque cercando di affrontare senza mettere a rischio i servizi resi ai cittadini.
– Piacenza si colloca al 33esimo posto nella classifica sui tagli ai trasferimenti da parte dello Stato, diminuiti negli ultimi quattro anni del 52%, il che equivale a poco meno di 13,5 milioni di euro complessivi.
– In questo anno la spesa prevista per la ristorazione scolastica è di oltre 4 milioni e 900 mila euro, a fronte di introiti previsti per 3 milioni e 530 mila euro, pari al 71% dei costi da sostenere. La differenza tra costi e introiti è ripianata dalle risorse derivanti dalla fiscalità generale: una scelta consolidata negli anni, fondata sulla considerazione che il servizio di refezione è finalizzato a favorire la frequenza al sistema scolastico e formativo. Ma in questo momento si impone la necessità di restringere la forbice costi-introiti.
– A fronte di una crisi economica che coinvolge tante famiglie anche sul nostro territorio, l'Amministrazione ha scelto di non intervenire sulle tariffe (se non con l’adeguamento Istat che comporta incrementi variabili da 1 a 4 centesimi a pasto), ma di effettuare interventi di razionalizzazione della spesa.
– L'Amministrazione intende comunque confermare le caratteristiche distintive (di qualita del servizio): produzione dei pasti nel medesimo giorno di somministrazione, cucine all'interno dei plessi o pasto trasportato in rapidi tempi di percorrenza, ampia gamma di prodotti da agricoltura biologica, da lotta integrata e/o di produzione locale (km 0), attenzione a valori etico-sociali, con la pasta di "Libera Terra" servita due volte al mese e la somministrazione di banane da commercio equo e solidale. La pasta biologica continuerà ad essere servita perché è migliorata la qualita.
– Si mantengono i livelli occupazionali del personale esterno.
Gli interventi adottati
– Gli interventi sul menù sono stati effettuati, come sempre, in stretta sinergia con l’azienda Usl, tenendo conto delle verifiche costantemente condotte sul servizio, allo scopo di ridurre gli sprechi e rispettare al meglio le indicazioni nutrizionali del Ministero della Salute.
*La cessata somministrazione della merenda nella scuole d'infanzia è dovuta al fatto che l'orario di distribuzione (ore 15) si colloca necessariamente a ridosso del risveglio dal sonnellino pomeridiano e dell'orario di uscita da scuola, che inizia alle 15.30. Ne consegue una limitata propensione al consumo da parte dei bambini, con un conseguente, considerevole spreco di alimenti: circa il 50% del servito.
L’obiettivo dell’Amministrazione è quello di rendere le mense ancor più salutari, proponendo una soluzione alternativa avanzata da alcune insegnanti, senza aggravio di costi. In accordo con la Ditta appaltatrice, il Comune provvederà ad aumentare la quantità di frutta servita al mattino, lasciandola poi a disposizione delle scuole perché la consegnino ai bambini al momento dell'uscita.
*La rotazione dei menù invernale ed estivo passa da sei a quattro settimane per semplificare la gestione delle forniture, rendendola temporalmente omogenea a quella della ristorazione Ausl. 
*La somministrazione del bis viene eliminata e la quantita di alimenti (grammatura) prevista dalle tabelle dietetiche viene servita immediatamente per intero: questo allo scopo di impedire che ci siano alunni che eccedono in una sola portata (in genere il primo piatto) rischiando squilibri nutrizionali, che sono fattori favorenti l'obesità.
– Nei primi giorni di ottobre verrà convocata la plenaria delle commissioni mense.
In collaborazione con le scuole e con le associazioni, verranno potenziate le iniziative di sensibilizzazione all'educazione alimentare al fine di diffondere modelli di sani stili di vita e della riduzione degli sprechi