Sabato 20 settembre alle ore 17 presso la sede della Famiglia Piasinteina si terrà una Tavola rotonda dal titolo “Libero Rossi – il violoncello che cantava”. L’incontro, diretto dal prof. Luigi Paraboschi, vede le testimonianze del Mo Francesco Bussi, musicologo, Mo Fabrizio Garilli, ex-direttore del Conservatorio di Piacenza e i violoncellisti Mo Marco Bernardin, Mo Carlo Mereu, Mo Gilberto Manenti e M.o Gaetano Galli, oboista. Seguirà un concerto per violoncello e pianoforte interpretato dagli allievi del Mo Libero Rossi: Anna Freschi e Nicoletta Rosati al violoncello, Elena Gobbi e Daniela Rossi al pianoforte. interpreteranno musiche di J.S.Bach, G. Bononcini, F. Mendelssohn, G. Faurè, I. Pizzetti e D. Rossi.
Libero Rossi è stato un violoncellista piacentino nato a Piacenza il 5 agosto 1914 e deceduto l’8 novembre 2003. Si diploma nel 1934 al Liceo Musicale Giuseppe Nicolini a Piacenza con il massimo dei voti, sotto la guida del M° Ferdinando Beltrani. Dopo una stagione presso il Teatro La Fenice di Venezia, nel 1941 viene ammesso a frequentare il corso di perfezionamento in violoncello all’Accademia di Santa Cecilia a Roma, prima con il M° Gilberto Crepax e poi con il M° Enrico Mainardi. Di quest’ultimo Libero Rossi ammirerà in particolare il rigore nell‟insegnamento e la purezza delle interpretazioni, prima fra tutte quella delle sei suites per violoncello solo di J. 5. Bach.
Nel 1946 vince il concorso nazionale di La Spezia e due concorsi nazionali alla Radio televisione Italiana, accettando il posto di primo violoncello solista nell’Orchestra Nicelli di Milano (EIAR), che diventerà l’Orchestra Sinfonica della Rai di Milano, incarico che ricoprirà fino al 1974.
Tra il 1950 e il 1957 sono numerose le esecuzioni radiofoniche della formazione da camera composta da Libero Rossi, Cesare Ferraresi, Rinaldo Tosatti, Antonio Beitrami e, dal 1957, Rossi suonerà in trio con la pianista Ada Camporesi e il clarinettista Francesco Conti.
Dal 1959 ai 1969 sarà il violoncellista dei Trio Italiano di Trento con Margit Spirk al violino e Bruno Mezzena al pianoforte che lo vedranno impegnato in tournèes in Italia e all‟estero.
Libero Rossi affianca l‟attività concertistica all‟insegnamento; già durante il servizio militare in Sardegna, nel 1943-1944, ricopre la cattedra di violoncello e contrabbassso presso il Liceo Musicale L. Canepa di Sassari; dal 1959 al 1969 sarà insegnante al Conservatorio V. Gianferrari di Trento, dal 1965 al 1974 al Conservatorio G. Nicolini di Piacenza e dal 1974 al Conservatorio N. Paganini di Genova.
Memorabile è stata la sua esecuzione del Concerto per violoncello ed orchestra di Gian Francesco Malipiero con l‟orchestra della Radiotelevisione Italiana di Torino il 12/03/1956. Negli anni ‘60 è impegnato come solista nei concerti dell’Orchestra sinfonica della Rai di Milano e si ricorda la sua brillante esecuzione nel poema sinfonico Don Chischiotte op. 35 di Richard Strauss.
E’ incontestabile il fatto che Libero Rossi fu pregevole interprete, oltre che del repertorio violoncellistico classico, anche di numerosissime opere di suoi contemporanei tra i quali G. A. Fano, I. Pizzetti, G. F. Malipiero, G. Spezzaferri, L. Gorgni, G.F. Ghedini e G. Cataldo.
Hanno detto di lui: Menzionato da Luciano Chailly fra i migliori violoncellisti del momento.
(da “La Domenica del Corriere”, 21/4/1957), “…strumentista dall’ampia cavata, rotonda e pastosa, ferratissimo come tecnica, cantabilissimo, un arco il suo, che conosce e pratica il più redditizio ed elegante archeggiare moderno (da “La Notte”, Alceo Toni), “…l’esecuzione del violoncellista Libero Rossi è stata delicata e perfetta (da “Il Piccolo di Trieste”), “…assolutamente meritevoli le calde approvazioni dell’uditorio” (Franco Albiati), “…con la partecipazione del bravissimo violoncellista Libero Rossi…” (da “Corriere d’Informazione”). “…l’arte dei violoncellista Libero Rossi è apparsa eletta e sicura, vigorosa la sua cavata, eloquente e ben graduato il suo fraseggio, sviluppando il suo dominio tecnico ha eseguito come meglio non si poteva” (da “l‟Italia” I.E.P.).