In Piazza Cavalli : “Emilia-Romagna è Un mare di Sapori”

ll 18 e il 19 settembre “Emilia-Romagna è Un mare di Sapori” sbarca in terra piacentina, presso Piazza Cavalli, nel centro di Piacenza, con due giorni di cultura e di degustazioni enogastronomiche. Protagonisti indiscussi di questa staffetta golosa saranno i Salumi Tipici Piacentini: la Coppa Piacentina DOP, la Pancetta Piacentina DOP e il Salame Piacentino DOP.

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Che faranno gli onori di casa affiancando i principali Consorzi di tutela dei prodotti DOP e IGP dell’Emilia-Romagna che faranno degustare le loro specialità.

Milioni di anni fa il mare copriva l’intera Emilia-Romagna e solo alcune aree, chiamate terramare, restavano lambite dall’acqua. Erano le colline del Piacentino, le stesse che hanno dato il nome ad un’era geologica del periodo pliocenico: il Piacenziano.

Non è un caso quindi che sia Piacenza ad ospitare, per il terzo anno “Emilia-Romagna è Un Mare di Sapori”, la manifestazione itinerante che l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna organizza lungo le spiagge e le città della riviera per promuovere le proprie eccellenze enogastronomiche.

"Emilia-Romagna è Un Mare di Sapori" è una manifestazione in collaborazione con i Consorzi del Parmigiano-Reggiano, del Prosciutto di Parma e di Modena, dei Salumi Piacentini, della Pesca e Nettarina di Romagna, della Pera dell’Emilia-Romagna, della Mortadella Bologna, dell’Olio Extravergine di Brisighella, degli Aceti Balsamici Tradizionali di Modena e Reggio Emilia, dell'Aceto Balsamico di Modena, della Patata di Bologna, della Piadina Romagnola, dello Squacquerone di Romagna, del Riso del Delta del Po, dell’Aglio di Voghiera e con il sostegno di Enoteca regionale, APT Servizi Emilia Romagna, AIS Emilia e Romagna.

Novità di questa edizione della kermesse è lo spettacolo "Aemilia-RoMagna: per quella Via che sfoglia racconti d’impasti e di ripieni", una vera e propria celebrazione della pasta ripiena che, in meno di 300 km, riesce a offrire un’enorme varietà di soluzioni, quasi impossibili da contare proprio per la capillarità della cultura legata al cibo.