Quando una maratona o un’ altra corsa su strada possono diventare delle corse a ostacoli. E’ così a causa di lacci e lacciuoli burocratici e legislativi, mai riveduti e corretti da trent’anni a questa parte, che fanno dell’ Italia uno degli stati in questo senso meno evoluti dell’ Unione Europea.
Se ne è parlato questa mattina nel corso di un incontro svoltosi presso il salone del CONI piacentino, in via Calciati.
Eppure, nel nostro paese, la voglia di correre ci sarebbe, come testimonia Paola De Micheli. La parlamentare piacentina, che ha partecipato all’ incontro, ha parlato dell’ importanza del movimento podistico in Italia: “innanzitutto la corsa è uno sport semplice, che si può fare ovunque e che fa bene: dopo una corsa di pochi chilometri hai più energia”.
Sui problemi legislativi e burocratici, la De Micheli afferma che si tratta di “questioni legislative e regolamentari tipiche dell’ Italia e in questo caso la burocrazia limita un anelito, un afflato, che è quello di fare sport. Il problema è quello di non riuscire a raccogliere questa voglia che c’è per colpa della burocrazia”.
L’ incontro piacentino di oggi era da tempo atteso dal movimento italiano delle corse su strada che deve convivere con il problema della burocrazia che impedisce a italiani, europei o extraeuropei di iscriversi liberamente a un evento, così come avviene in ogni altra parte d’ Europa e del mondo.
Sono intervenuti oggi i comitati organizzatori di maratone e mezze maratone in Italia, tra cui Enrico Castrucci presidente di Maratona di Roma e di “Maratone italiane”.
La situazione è lontana dall’ essere risolta ma una soluzione sarebbe piùà che mai auspicabile e in tempi brevi con Expo 2015 ormai alle porte e con una realtà podistica che in Italia conta oltre 200 eventi internazionali.
Alessandro Confalonieri, tra gli organizzatori della Placentia Marathon for Unicef, un evento che coniuga sport e solidarietà, sente in prima persona questo problema e ha chiesto all’ On. De Micheli di farsi portavoce presso il mondo politico del grido d’ allarme del mondo podistico nel cercare di individuare una soluzione al problema della libera partecipazione.
“Dal 1 gennaio 2015 – come illustra Confalonieri – ci sarà l’ obbligo per chiunque corra, anche a livello amatoriale, di tesserarsi a una federazione.
Questo ostacolo italiano ci impedisce di rispondere al grande richiamo dello sport-turismo: un cinese può venire a correre nelle nostre città portandosi un paio di scarpe in valigia, che pesano 100 grammi. Noi crediamo che grazie alla liberalizzazione si potrebbe incrementare l’ economia turistica, il che vuol dire più persone nelle città italiane”.